sabato 26 marzo 2011

Oggi, per un giorno, San Giorgio del Sannio è il paese del mistero svelato!

Oggi, per un giorno, San Giorgio del Sannio è il paese del mistero svelato: quel grosso cippo nei giardinetti si è finalmente palesato ai cittadini per quello che è, un monumento (un altro monumento) a quei 300 soldati (ancora una volta uomini d'armi) che nel ’44 da San Giorgio mossero, “bene addestrati nelle nostre contrade”, come dice l’epigrafe, e “immolando le loro giovani vite propiziarono la liberazione di Bologna”.

A questo ricordo è stato dedicato, dal Circolo Triste e dall’Amministrazione Comunale, non solo un monumento ma anche un libro “Le radici del secondo Risorgimento”, una raccolta di testimonianze storiche sulla fondazione del Gruppo di Combattimento Friuli a San Giorgio del Sannio e sul suo importante contributo alla Guerra di Liberazione, scritta dai sangiorgesi Mariano Bocchini, geologo, e Paolo Serino, arredatore, appassionati cultori della storia locale.

Ometto di parlare qui delle spese ingenti relative a tutta l’operazione che, secondo quanto scritto dal Sindaco Giorgio Nardone e dall’editore Tonino Santucci, Presidente del Circolo Trieste, sono state affrontate grazie al “determinante contributo dell’Amministrazione Comunale”, “massimo contributo che l’amministrazione Comunale è (stata) lieta di dare all’iniziativa”.

Voglio, invece, soffermarmi sul significato della memoria e sul ruolo e contributo che la memoria può e deve dare alla costruzione del nostro futuro.

Mi chiedo: che senso ha celebrare il ricordo dei 300 friulini che, partendo da San Giorgio del Sannio contribuirono a far scattare la molla del Nuovo Risorgimento Italiano, se i valori di quel Nuovo Risorgimento sono ormai solo uno sbiadito ricordo in questa comunità?

Che senso ha questa ritualità astratta e aliena dal tessuto sociale attuale di San Giorgio del Sannio?

Che valore ha e può avere per le generazioni future una ritualità che è tutta esteriore e priva di aderenze rispetto all’attualità storica della comunità?

Nell’introduzione al libro “Le radici del secondo Risorgimento”, il sindaco Nardone scrive che dovremmo gelosamente custodire nelle nostre menti e nelle nostre coscienze, additandoli come fulgidi esempi alle giovane generazioni e ai responsabili della cosa pubblica, gli eventi tragici ed eroici della Resistenza e della Liberazione…

Ebbene, a San Giorgio del Sannio i valori della Resistenza e della Liberazione, Libertà, Giustizia, Onesta, Unità, sono stati ridotti a mere parole senza risvolti di concretezza e di queste parole,nel corso del tempo, tutti si sono riempiti la bocca, amministratori locali e provinciali, parlamentari, autorità civile e militari e chi più ne ha più ne metta, a discapito dei fatti e della buona programmazione amministrativa e di una oculata e produttiva gestione della cosa pubblica!!!

Non sono di certo soltanto i libri e i cippi commemorativi a tener viva la memoria di chi ha contribuito con la vita a sconfiggere l'esercito tedesco, sono le azioni amministrative volte al bene comune e al progresso e sviluppo globale della comunità paese a tenere alta la memoria di chi ci ha preceduto!!!

Le parole, ahimè, se le porta via il vento e, prima o poi anche le lapidi vengono sgretolate dall'erosione dei fattori atmosferici...

Le azioni, invece, i fatti concreti a beneficio della comunità rimangono nel tempo a testimonianza perenne di saggezza amministrativa e di grande senso della comunità!

"La guerra di liberazione fu, da parte del nostro popolo, la riscoperta della dignità dell'uomo” scriveva Pietro Calamandrei e insieme a lui a rendere l'idea profonda della Resistenza mi piace richiamare il concetto di "tessuto etico" della Resistenza stessa nonché il riferimento alla "religione di libertà" di Benedetto Croce e alla moralità di Giuseppe Mazzini.

Questi sono i valori da riscoprire e sui quali è necessario fondare o, meglio, rifondare l’analisi e la visione critica dei giorni attuali. Oggi più che mai la realtà del presente ha bisogno di essere letta e interpretata con ricchezza di idee e intelligenza critica.

Non bastano i libri e cippi e non basta scrivere, come fa Mariano Bocchini nella quarta di copertina del suo libro, che “dimenticare significa tradire la propria terra a danno delle generazioni future” … Gli rispondo amichevolmente che

le generazioni future sono sicuramente tradite, umiliate, private di un futuro degno di questo nome principalmente da chi, pur apparentemente memore del passato grazie ai libri e ai monumenti, nulla fa per assicurare loro anche un degno presente attraverso un'amministrazione lucida, attenta, totalmente rivolta al bene comune, rispettosa dei propri doveri e degli altrui diritti!!!



.

venerdì 25 marzo 2011

Svelato il mistero del grosso masso apparso da qualche giorno nei giardinetti di Viale Spinelli!!!

Ecco, dunque, svelato l'arcano!!!!

Il grosso masso apparso da qualche giorno nei giardinetti di Viale Spinelli a San Giorgio del Sannio altro non è che un cippo commemorativo in memoria del Gruppo di Combattimento Friuli costituitosi a San Giorgio del Sannio nel settembre del 1944.

San Giorgio, dunque, sembra voler diventare un paese che, nel ricordo dei militi, noti ed ignoti, guerrieri sanniti e combattenti per la Liberazione, vuole concretizzare il suo novello Risorgimento!!!
Peccato, però, che i valori che questi militi sanniti e moderni incarnano, libertà, giustizia, onestà e pace (come ha scritto il nostro Sindaco nella prefazione del libro dedicato al Gruppo di Combattimento Friuli) fanno un pò a cazzotti con la gestione ormai ultradecennale del territorio da parte di tanti tra amministratori comunali e provinciali, rappresentanti delle forze dell'ordine, parlamentari e chi più ne ha più ne metta, i quali hanno fatto e fanno delle parole la loro più grande forza a discapito dei fatti e della buona programmazione amministrativa e gestione della cosa pubblica!

Non sono di certo soltanto i libri e i cippi commemorativi a tener viva la memoria di chi ha contribuito con la vita a sconfiggere l'esercito tedesco, sono le azioni amministrative volte al bene comune e al progresso e sviluppo globale della comunità paese a tenere alta la memoria di chi ci ha preceduto!!!
Le parole, ahimè, se le porta via il vento e, prima o poi anche le lapidi vengono sgretolate dall'erosione dei fattori atmosferici...
Le azioni, invece, i fatti concreti a beneficio della comunità rimangono nel tempo a testimonianza perenne di saggezza amministrativa e di grande senso della comunità.

Nelle note biografiche di Mariano Bocchini, autore del libro sull Gruppo di Combattimento Friuli, si legge che il suddetto dott. Bocchini è convinto che dimenticare significa tradire la propria terra a danno delle generazioni future...
Gli rispondo amichevolmente che le generazioni future sono sicuramente tradite, umiliate, private di un futuro degno di questo nome principalmente da chi, pur apparentemente memore del passato grazie ai libri e ai monumenti, nulla fa per assicurare loro anche un degno presente attraverso un'amministrazione lucida, attenta, totalmente rivolta al bene comune, rispettosa dei propri doveri e degli altrui diritti!!!

E infine: nelle parole del Sindaco e del Presidente del Circolo Trieste, editore del libro, si percepisce chiaramente che il contributo economico del Comune nell'impegno editoriale, di comunicazione e di realizzazione di questi doveri di celebrazione è stato fondamentale, anzi determinante.
Ebbene, con tutto il rispetto per il nostri doveri di memoria storica, non avrebbe avuto un altrettanto significativo valore commemorativo dedicare i restauri (necessari, se non indispensabili ormai) del nostro fantomatico parco urbano ai giovani soldati caduti invece che dedicare loro uno scoglio in mezzo alle panchine di ferro e di cemento???

Uno strano meteorite incerottato è caduto e si è conficcato nei giardinetti di Viale Spinelli a San Giorgio del Sannio!!!

Uno strano meteorite tutto incerottato è comparso misteriosamente da qualche giorno sui giardinetti di Viale spinelli a San Giorgio del Sannio!!!
Sembra un gran suppostone di roccia tutto avvolto da sgargiantissima plastica verde e nastro adesivo bianco...
Che sia un beneaugurante segnale della presenza degli UFO nel Sannio, così tanto raccontata dai giornali e dalle tv anche nazionali? Che gli extraterrestri vogliano entrare in pacifico contatto con i cittadini e gli amministratori di San Giorgio del Sannio e stringere con loro trattati economici e commerciali volti a far tornare questo nostro paese ad essere la terra dei fiori e della cortesia? Eh sì, nulla di più probaile, visto da qualche giorno è primavera e già si stanno gettando i semi per una fioritura che comincerà a prender corpo, ad occhio e croce, a partire dal 15/16 maggio prossimi!!!I cittadini, intanto, lo osservano a distanza, i bambini e i vecchiarelli che tutte le mattine si fermano a parlare al sole lì nei pressi, curiosi, vanno a sbirciare sotto quel bel telo verde per scercare di capire che cos'è in realtà, c'è anche gente che passa lì accanto totalmente indifferente...
Noi di Rete Rose Rosse Campania, sempre attenti alle relazioni e alle amicizie tra le le genti, restiamo in attesa, un'attesa trepida e curiosa, di saperne qualcosa di più e di scoprire chi sono i protagonisti eroici di un'avventura senza precedenti, che sicuramente porterà San Giorgio del Sannio agli onori delle cronache sannite, nazionali ed , ormai, anche extraterrestri!!!

mercoledì 23 marzo 2011

Anche a Benevento nei mercati e nei negozi i sacchetti biodegradabili taroccati!!!

Benevento i Noe hanno recentemente sequestrato un certo numero di shoppers «sospetti», li hanno fatte analizzare dall’Arpac e si sono così accorti che non rispondevano ai requisiti imposti dalla legge.

Questi shoppers sono molto simili a quelli prodotti con additivo oxo-biodegradabile ma, in realtà, sono, normalissimi sacchetti di plastica su cui è stato stampato un marchio contraffatto.

I sacchetti taroccati sono molto diffusi perché hanno un costo notevolmente inferiore rispetto a quelli originali: settecento pezzi a norma hanno un prezzo che oscilla intorno ai 12 euro, lo stesso numero di sacchetti pezzottati oscilla intorno agli 8 euro.

Questa notizia ha avuto una scarsa risonanza sugli organi di stampa, tuttavia,Rete Rose Rosse Campania ritiene che debba essere adeguatamente diffusa affinché i consumatori siano messi in guardia da questi falsi sacchetti biodegradabili ma soprattutto perché possano essere individuati gli esercizi commerciali e le bancarelle dei mercati dove tali sacchetti impropri vengono utilizzati e affinché possano essere prese le adeguate misure atte a combattere il fenomeno del falso biodegradabile.

Per chiarire le idee ai consumatori diamo alcune delucidazioni sul concetto di biodegradabilità e di compostabilità nonché sulle normative in uso in Italia in questo momento.


La questione relativa agli shoppers biodegradabili nasce dalla Legge 296/06 (ovvero la Finanziaria 2007, varata dal governo Prodi) che, ai commi 1129, 1130 e 1131 vietava, a partire dal 1° gennaio 2011, la commercializzazione dei “sacchetti per asporto delle merci non biodegradabili”.

Tale veto era stato posto in virtù di anni ed anni di lotte ambientaliste nei confronti degli imballaggi inutili, in particolare di quelli in plastica, e specialmente nei confronti delle buste di plastica le quali, oltre che a causare inquinamento, quando sono gettate in mare, nei fiumi e nei laghi, provocano spessissimo il soffocamento di pesci e tartarughe, che li scambiano per prede.

Non stiamo qui a disquisire sulla necessità, peraltro secondo noi fondamentale, di affiancare ad una importante riforma in chiave ambientale anche un’adeguata politica industriale in chiave di riconversione produttiva delle aziende produttrici di materie plastiche, cosa che non fu fatta dal Governo Prodi (che, probabilmente, non ne ebbe il tempo perché cadde prima di vedere applicata la norma in questione), ma che nemmeno è stata fatta dal Governo che è venuto dopo(determinando, peraltro, nei tre anni in cui è stato in carica, nessuna azione positiva se non la messa in cassa integrazione di centinaia di dipendenti delle grandi ditte produttrici).

E’ questo, infatti, un argomento complesso da discutere in separata sede.

Parliamo, invece, visto che da gennaio sono banditi i “sacchetti per asporto delle merci non biodegradabili”, del significato del termine “BIODEGRADABILE”.

Biodegradabile è il termine utilizzato per indicare i materiali che possono essere decomposti in natura, ovvero materiali in cui molecole complesse possono essere trasformate in molecole più semplici e innocue per l'ambiente.

La trasformazione di queste sostanze avviene grazie all'azione di batteri, in genere chiamati saprofiti, che, venendo a contatto con i materiali, ne estraggono sostanze utili al loro metabolismo attraverso l'azione di enzimi.

Sono considerati biodegradabili, le cosiddette plastiche oxo-biodegradabili, che sono plastiche tradizionali di origine oleofinica – in genere polietilene o polipropilene – trattate con additivi in grado di accelerarne la biodegradazione al contatto con l’ossigeno dell’aria, biodegradazione che, tuttavia, si realizza in non meno di un anno.

Sono invece definite come scarsamente biodegradabili le plastiche additivate con una sostanza detta ECM (MasterBatch Pellets), che hanno tempi di decomposizione superiori all’anno, e per non più del 50 per cento del materiale.

Nei confronti dei produttori di questo materiale (Italcom, Arcopolimeri e Ideal Plastik), l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha, infatti, espresso una sentenza di pubblicità ingannevole dal momento che i sacchetti da essi prodotti venivano pubblicizzati come biodegradabili e compostabili in modo generico e, poiché non veniva specificato che essi non rispettano le condizioni e i tempi previsti dalla normativa comunitaria e nazionale di settorerelativi alla compostabilità, si induceva in errore i Comuni italiani, gli esercizi commerciali e le catene della Grande distribuzione organizzata, alle prese con l’entrata in vigore del bando degli shopper tradizionali.

Biodegradabile, tuttavia, non vuol dire compostabile.
Secondo le norme UNI si definiscono compostabili, cioè idonei ad essere trattati insieme ai rifiuti organici, soltanto i sacchetti composti da biopolimeri derivati dall’amido - come il materB – le cui molecole si decompongono in presenza di umidità in un periodo non superiore ai sei mesi (negli impianti di compostaggio, in un tempo molto minore).

Traendo le somme, dunque, le plastiche oxo-biodegradabili, non soddisfano i requisiti di compostabilità richiesti dalla norma UNI EN 13432, requisiti che impongono un tempo di biodegradazione di 180 giorni, ma sembrerebbero da considerare a tutti gli effetti biodegradabili, come dichiarato da illustri studiosi della materia in una lettera inviata dal rappresentante italiano della Oxo-Biodegradable Plastics Association ai ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico, dal momento che al punto 3 lettera D dell'Allegato II della direttiva sugli imballaggi, 94/62/CE, non sono indicati con esattezza i tempi di biodegradazione richiesti.
(“Imballaggi biodegradabili: i rifiuti di imballaggio biodegradabili devono essere di natura tale da poter subire una decomposizione fisica, chimica, termica o biologica grazie alla quale la maggior parte del compost risultante finisca per decomporsi in biossido di carbonio, biomassa e acqua”).

Dunque è proprio questo il punto fondamentale che la commissione tecnica del Ministero dell’Ambiente dovrà chiarire quanto prima.

Lo scorso 7 marzo a Roma si è svolto un convegno promosso dal Consorzio PolieCo (Consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni in polietilene) per fare il punto della situazione. Durante questo convegno, cui hanno partecipato Aziende produttrici di shoppers, Legambiente, importanti rappresentanti della Grande distribuzione commerciale (Coop Italia e Gruppo Despar, Conad e Federdistribuzione), l’Azienda Municipalizzata per i servizi ambientali della Capitale, Coldiretti, Confcooperative, CNA,Confartigianato e WWF, nonché tecnici in ingegneria e giurisprudenza, è stato annunciato un pronunciamento del Ministero dell'Ambiente nell’arco di due settimane.

A tutt’oggi, però, tale pronunciamento non c’è ancora stato.

Fatta la legge, trovato l'inganno: a Napoli è boom di sacchetti finto-biodegradabile...ma anche a Benevento!!!

Al mercato con il sacchetto ecologico. Forse. A Napoli, infatti, c’è chi ha già messo in circolazione la busta finto-biodegradabile, simile a quella realizzata con i derivati del mais o di altri prodotti naturali, ma non altrettanto innocua per l’ambiente. La trovi subito nei negozi alle spalle della stazione centrale dove soprattutto i commercianti cinesi ne stanno facendo incetta: costano, infatti, molto meno di quelle che rispondono alle norme italiane ed europee.

Sono buste che portano la scritta «riciclabile» che, ovviamente, non vuol affatto dire che si tratti, come prevede la norma, di un materiale che si dissolve in un arco di tempo ben determinato e sono, quindi, certamente fuori norma. Cionostante sono molto diffuse perché costano molto di meno di quelle «doc»: settecento pezzi a norma hanno un prezzo che oscilla intorno ai 12 euro, lo stesso numero di pezzi «farlocchi» oscilla intorno agli 8 euro.

E basta fare un giro tra le bancarelle e i negozietti dei mercati per rendersi conto che proprio per questo sono molto diffuse. Del resto la legge prevede che possano essere utilizzate fino a giugno anche se non possono essere commercializzate: chi fa la spesa, insomma, non deve pagarla. Ma non tutti si sono allineati alle nuove norme: a Benevento i Noe hanno sequestrato degli shopper «sospetti», li hanno fatte analizzare dall’Arpac e si sono così accorti che non rispondevano ai requisiti imposti dalla legge.
Ma in giro ci sono anche molti sacchetti biodegradabili, ma non compostabili. Le buste sono diventate ormai una specie di formulario legislativo: ci sono quelle Oxo biodegradabili, sulle quali è stampata la scritta «a norma con la direttiva 94/62 Ce», e quelle che utilizzano la tecnologia Ecm, sulle quali c’è il riferimento alla legge del ’92. Tutte al momento sono «legali», ma il loro destino è incerto. Si tratta di prodotti che non sono vietati dalla legge, ma non sono per così dire consigliati. La norma in vigore si riferisce, infatti, genericamente ai prodotti biodegradabili. La definizione di biodegradabilità va rintracciata in una legge di qualche anno fa che non ne specificava, però, le caratteristiche, ma la più recente legislazione europea ammette solo i prodotti naturali. Per evitare confusioni il ministero per l’ambiente sta valutando l’ipotesi di una nuova norma che chiarisca quali sono i prodotti «buoni» e quali sono quelli «cattivi». Intanto Legambiente ha presentato un ricorso all’autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e lo ha vinto: gli shopper di plastica tradizionale che sono stati modificati con l’aggiunta di additivi chimici non posso essere pubblicizzati e venduti come biodegradabili e compostabili. Ma la sentenza non ha certamente limitato la diffusione delle buste ecologiche a metà che a Napoli vanno per la maggiore.

Diverso è il discorso per gli shopper utilizzati per la raccolta differenziata. In questo caso non ci sono dubbi: la frazione umida può essere raccolta solo in sacchetti compostabili. Tanto che l’Asia ha escluso dalla gara per le buste da distribuire nel porta a porta tutti i prodotti semplicemente biodegradabili.

E chi volesse provvedere in proprio deve stare attento a comprare solo sacchetti con la scritta «compostabile» altrimenti rischia di mandare a monte l’intera operazione...

Fonte Il Mattino del 02 marzo 2011

<---Sacchetto OXO-BIODEGRADABILE ORIGINALE

Sacchetto OXO-BIODEGRADABILE FALSO --->

lunedì 21 marzo 2011

“Stili di vita sostenibili: un impegno per tutti”

Non è stato un caso quello di aver organizzato l’incontro “Stili di vita sostenibili: un impegno per tutti” nei giorni immediatamente precedenti l’equinozio di primavera…non è un caso, perché la primavera è simbolo di rinascita, e scopo dell’incontro ha voluto essere proprio l’invito ad una rigenerazione del rapporto, personale e collettivo, tra l’individuo e l’ambiente in cui vive.

E questo seme gettato sembra sia stato raccolto, vista l’intensità degli interventi e del dibattito di ieri sera!
Abbiamo sottolineato, pubblico e relatori insieme in una osmosi continua, come sia necessario, per rendere nuovamente armonico il rapporto dell’uomo con la Terra in cui vive, ormai così devastata e sofferente, cambiare il proprio stile di vita vissuta fino ad oggi nell’ottica del consumo e rimodularlo nell’ottica delle tre erre: ridurre, riutilizzare e riciclare.
E non è certo un compito semplice da realizzare perché, a differenza di quanto il consumismo ci propone dai media ogni giorno, non sempre si può “vincere facile”!

Tuttavia, gli esempi di vita forniti ieri sera, il riciclo e riuso del vetro per imbottigliare vini locali (che abbiamo anche convivialmente bevuto in bicchieri rigorosamente di vetro!), l’utilizzo della carta riciclata per le brochure ed il materiale distribuito in sala, la scelta di non fare manifesti pubblicitari (che utilizzano colori chimici) per l’evento e l’utilizzo esclusivo di pubblicità in rete e passaparola, la sensibilizzazione al compostaggio a partire dagli alunni delle scuole materne ed elementari, l’impegno, profondo e intenso, nel farsi “missionari” delle buone pratiche perché scempi ambientali come S. Arcangelo Trimonte non vengano replicati nel nostro territorio, vogliono essere il punto di partenza per la rinascita in chiave sostenibile della nostra terra sannita.

Perché questi esempi non rimangano cattedrali nel deserto, però, è necessario, anzi imprescindibile che ognuno non dimentichi il proprio ruolo di cittadino attivo e partecipe nella gestione della comunità e agisca politicamente affinché agli attuali trend di distruzione ambientali, che minano il nostro futuro, venga messo freno immediato.
In questa ottica, e ciò è emerso chiaramente nel dibattito, è necessario chiedere a gran voce l’impegno sia degli amministratori locali in carica sia dei candidati alle prossime elezioni di maggio affinché il nostro Sannio si muova verso una amministrazione ed una economia locali “green oriented”.

Rete Rose Rosse Campania esprime il suo ringraziamento a Nicola Colangelo del CODISAM di S. Arcangelo Trimonte, ad Alessio Masone Cofondatore della Rete Benevento EcoSolidale/Rete Arcobaleno, ad Andrea Maio, dell'Associazione Il Quinto Elemento di Benevento e a Giuseppe Villanova, Presidente dell’Associazione “A sinistra” di S. Agata dei Goti, che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione, al regista Umberto Rinaldi, autore, sangiorgese peraltro, del cortometraggio presentato al Milano Film Fest “Greetings from S. Arcangelo” che è stato proiettato ieri sera, e a tutti i cittadini e rappresentanti delle istituzioni che ieri hanno dato il loro importante contributo al dibattito.



sabato 19 marzo 2011

Sequestrata dal Corpo Forestale dello Stato la discarica di Sant'Arcangelo Trimonte!

"Tale provvedimento - si legge in una nota del comandante provinciale Angelo Vita - è scaturito a seguito di una lunga ed intensa attività di indagine svolta dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato che ha portato alla luce l'inquinamento causato dall'illecito smaltimento del percolato prodotto all'interno della discarica, nonché il pericolo di frana e di disastro ambientale, poiché non sono stati eseguiti i lavori richiesti dalle prescrizioni contenute nelle relative autorizzazioni.
Pertanto, al fine di evitare che gli illeciti riscontrati possano portare ad un maggiore grave danno per l'ambiente e rischio e per la salute pubblica, tenuto conto anche del probabile inquinamento del fiume Calore, cui il percolato giunge attraverso il vallone "Pozzano", si è provveduto ad apporre i sigilli alla discarica commissariale a cui giungono i rifiuti della provincia di Benevento ed occasionalmente anche dalla provincia di Napoli".

Sul tema sui è espresso con una nota il nostro amico Luigi La Monaca, Presidente Provinciale di Ekoclub International, il quale scrive:
"Alla luce dell’attuale situazione i problemi per lo smaltimento dei rifiuti, anche quelli sanniti, si acuisce in maniera esponenziale, tutti stanno facendo a gara per assumersi i “meriti” del sequestro della discarica ma, purtroppo, come capita spesso, solo pochi suggeriscono rimedi alternativi. Qualche accenno a soluzioni alternative, è giunto dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Benevento ma, i tempi di attuazione, sembrano essere lunghi a causa di una serie inconcepibile di problemi burocratici. Ekoclub International di Benevento propone agli organi preposti alla soluzione della”emergenza rifiuti” un concorso d’idee internazionale per la soluzione definitiva del’’annoso e grave problema. Ormai le tecnologie moderne consentono lo smaltimento dei rifiuti in maniera pulita e soprattutto rendendo i rifiuti una risorsa! Tutto questo accade in tutte le nazioni civili, come è possibile che in Italia, ed in Campania in particolare, non è possibile adottare le stesse soluzioni?
Un esempio per tutti, il percolato se “aggredito” da alcuni batteri può essere reso innocuo in poco tempo e con investimenti irrisori.
Un famoso proverbio recita così : “Mentre il medico studia il malato muore”! Basta con le mere constatazioni e con il “piangersi addosso”, è ora di prendere urgenti provvedimenti e soluzioni valide".

lunedì 14 marzo 2011

Lo strumentale utilizzo delle donne nella celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia

Rimango impietrita nel leggere che venerdì prossimo 18 marzo si svolgerà, presso l'auditorium comunale di San Giorgio del Sannio, un convegno promosso dal CIF, che non è un famoso detersivo bensì il Centro Italiano Femminile, ovvero un coordinamento di donne e di associazioni di ispirazione cristiana.
Non è certo il fatto che delle donne che fanno mostra del loro impegno cristiano si incontrino per "commemorare la presenza civile e sociale delle donne che sono state esempio indimenticabile di questo periodo storico (cito dal comunicato stampa apparso oggi sui giornali on line)", che mi lascia di sasso, bensì il fatto che queste donne, tutte con ruoli ed incarichi ben definiti, avvocati, presidenti Unicef, donne impegnate in note battaglie per la presenza delle donne nelle istituzioni, accettino di fare questa commemorazione in un Comune e alla presenza di un sindaco che delle donne e delle commemorazioni di feste nazionali non ha avuto negli ultimi tempi alcuna considerazione!
Voglio ricordare, a tal proposito, che il comune di San Giorgio non rispetta la parità di genere come previsto dal Testo unico degli enti locali nè ha adeguato il proprio statuto in tal senso e che l'amministrazione comunale non ha ritenuto opportuno festeggiare pubblicamente nemmeno con una manifestaazione simbolica nè lo scorso 25 aprile nè lo scorso 1 maggio e che, a tutt'oggi, non risultano iniziative per il 17 marzo prossimo Festa Nazionale per il 150° annversario dell'Unità d'Italia.
Tra queste stesse donne che interverranno all'incontro del CIF, inoltre, è presente la presidente provinciale dell'UNICEF, Carmen Maffeo, più volte da me sollecitata (e dalla quale non ho avuto nessuna risposta) sul fatto che pur di ottenere un locale comunale quale sede Unicef locale sia passato sotto silenzio il fatto che in questo stesso comune, nonostante i convegni e le migliaia di parole buttate al vento e nonostante il sindaco sia firmatario di accordi con l'ANCI per favorire una maggiore vivibilità dlle città a vantaggio dei bambini, non si sia fatto e non si faccia alcunchè perchè tutto ciò che si è detto venga trasformato in fatti.

La memoria dei valori legati all'Unità d'Italia, la memoria dei valori legati alla nostra bandiera, la fede negli ideali, la speranza e la passione civica, non credo meritino di essere strumentalizzati solo per un fine di visibilità e di pubblicità per le proprie singole attività ed associazioni!

La presenza civile e sociale delle donne oggi deve, secondo me, essere caratterizzata da ben altro, ovvero e soprattutto dal coraggio di dire no alle situazioni di ambiguità, dal coraggio di difendere, anche a spada tratta e anche nei confronti di altre donne, la necessità di non farsi fagocitare in un sistema sociale, politico, economico che delle donne ha una scarsissima considerazione, dal coraggio di non farsi usare come merce di scambio negli ambiti sociali e politici, dalla volontà di non farsi strumentalizzare.

Celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia: San Giorgio del Sannio non pervenuta!!!

In occasione della celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, tutto il Paese si è mobilitato con iniziative pubbliche che vedono coinvolti cittadini, scuole, realtà culturali di ogni territorio, associazioni.
A San Giorgio del Sannio, L’amministrazione Comunale ha inteso celebrare l’evento con sparuti manifesti in cui, dopo un lungo (e retorico) excursus storico, si invitano i cittadini a “tenere in vita il patrimonio della memoria nazionale” e a lottare “sempre per dare continuità e consistenza a questo disegno di civiltà riaffermando i valori di una Italia unita e libera, di un’Italia democratica e repubblicana”.
Se a questo si riduce la celebrazione dell’Unità d’Italia a San Giorgio del Sannio, francamente, rimaniamo impietriti!
Noi cittadini Elvira Santaniello, Pasquale Casciello e l’Associazione Rete Rose Rosse Campania, auspichiamo che l’omaggio al 150° anniversario dell’Unità non si esaurisca nell’adesione formale o retorica per un solo giorno e attendiamo che la nostra cittadina ci renda partecipi delle iniziative che sicuramente ha previsto ed organizzato per condividere in maniera popolare, intendendo l’aggettivo popolare nell’accezione più bella e festosa del termine, questo evento nazionale.
Nel contempo, rivolgiamo ai nostri concittadini il seguente invito:

Il tricolore accompagna l’Italia, divisa e poi unita, dal 1796 ad oggi…l’ha accompagnata in tutte le lotte, le battaglie e le guerre che ne hanno fatto un Paese unico, unito e democratico ma, fortunatamente l’ha accompagnata e l’accompagna anche nei lunghi periodi di pace della sua storia.
E così il nostro Tricolore ha sventolato e continua a sventolare sulle conquiste civili, scientifiche e sportive; nelle nostre ricorrenze e festività; o sui tetti completati delle nuove case; nelle nostre missioni di pace, di solidarietà e di civiltà.

Facciamolo sventolare, dunque, su nostri balconi e alle nostre finestre anche per i 150 anni dell’Unità d’Italia!
Facciamo, gli auguri all’Italia unita sventolando la nostra bandiera dei tre colori, quei colori che Giosuè Carducci così definì nel suo discorso per 1º Centenario della nascita del Tricolore, nel 1897:
il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l'anima nella costanza dei savi;
il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de' poeti;
il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi.

La fede negli ideali, la speranza e la passione civile siano l’anima di questa celebrazione e costituiscano le basi per il futuro del nostro Paese.
AUGURI ITALIA!

domenica 13 marzo 2011

"Stili di vita sostenibili: un impegno per tutti"- un incontro pubblico a San Giorgio del Sannio



Nicola Colangelo, presidente del Comitato Difesa Salute e Ambiente di S. Arcangelo Trimonte, parlerà di come si vive con a fianco di una discarica e, anche con supporti video, mostrerà quello che tutti dovremmo contribuire a non realizzare.

L'intervento di Alessio Masone, Cofondatore della Rete Arcobaleno/Benevento EcoSolidale, sarà sul tema: "Il cambiamento dal basso come metodo per una coesione sociale capace di una risoluzione delle emergenze ambientali e occupazionali".
Inoltre, sarà distribuito ai presenti il “Manifesto per gli stili di vita sostenibili. 75 gesti di pratica quotidiana”.

Giovanni Villanova, presidente dell'Associazione "A sinistra" di Sant'Agata dei Goti, illustrerà la bellissima iniziativa, realizzata in collaborazione con le scuole del territorio, con la quale si stanno educando i bambini a non buttare gli scarti della mensa ma a riutilizzarli e a trasformarli in compost. Questa iniziativa ha partecipato alla Settimana Europa per la Riduzione dei Rifiuti del novembre 2010.

Andrea Maio dell'Associazione Il Quinto Elemento di Benevento, infine, presenterà la lro iniziativa "Rifiutando il Rifiuto" che riguarda in particolare il riciclo del vetro. Saranno, inoltre presentate le iniziative dell'Associazione relative alla campagna "acqua bene comune" e alla campagna contro il nucleare.

sabato 12 marzo 2011

Se il nucleare crea problemi in Giappone, terra della tecnologia e dell'efficienza, cosa accadrà in Campania una volta costruita una centrale ?

Con il pensiero rivolto al Giappone e alla tragedia epocale che l'ha colpito, non possiamo non parlare di nucleare e dei pericoli ad esso collegati.
A questo proposito, ci preme ricordare che la Regione Campania, contrariamente alla maggior parte delle regioni, anche alcune di centro-destra, si è espressa favorevolmente ed,in pratica, ha dato la disponibilità sia ad una centrale nucleare, sia ad impianti per la produzione di combustibile nucleare – per intenderci impianti come quelli contestati a livello internazionale all’IRAN ed alla Corea del Nord con minaccia di durissime sanzioni – sia a depositi provvisori (si fa per dire giacché lo sono per decine di anni o anche mezzo secolo) o definitivi (in tal caso lo sono anche per centinaia di migliaia di anni).

Non sono ancora stati indicati i siti reali ma il più probabile è quello del basso Garigliano.
A parte tutte le ragioni generali del no al nucleare, dal costo del kilowattora all’entità dell’investimento (5 miliardi di euro per ogni centrale da 1600 MWe) rispetto alla insignificante ricaduta energetica (meno del 2 %) ed alla scarsa ricaduta tecnologica ed occupazionale, dall’accentuazione della dipendenza dall’estero al pericolo permanente di attentati terroristici, dal rischio di catastrofi all’inquinamento, anche al nuclearista più convinto, se in buona fede, ovvero intellettualmente onesto, ovvero ancora non cooptato nell’immane business nucleare, appare evidente l’assurdità, o meglio la follia di una localizzazione di un impianto nucleare nel basso Garigliano: La Centrale del Garigliano si trova in linea d’aria a pochissimi chilometri dalle spiagge – non osiamo dire pinete e biotopi dunari, perché subito ci risponderebbero: chi se ne frega! – del litorale domizio, dove d’estate vi è una vera popolazione di bagnanti: in caso di allarme, anche non reale, che succederebbe? La stessa cosa vale per tutti i centri abitati o città come Sessa, Scauri, Formia, praticamente confinanti o a vista d’occhio della Centrale. Le stesse Napoli e Roma sono a non più di 100 km, una bazzecola per una nube tossica!Il Garigliano è un piccolo fiume con magre d’estate che lo riducono a poco più di un rigagnolo: da una parte tutta l’acqua, sottratta all’agricoltura e agli altri usi, è a servizio della centrale nucleare e dall’altra essa è assolutamente insufficiente per smaltire il calore di scarto della centrale, che per le leggi della termodinamica che né Berlusconi, né le potentissime lobbies nucleari possono cambiare, è pari a due volte la energia elettrica prodotta dalla Centrale: ovvero, se la Centrale ha la potenza di 1600 MegaWatt il calore di scarto è pari a tutta l’energia che consumano Napoli e Roma messe insieme!
Questo calore di scarto o va direttamente nel Garigliano (lo farebbe completamente evaporare!) o va ad inquinare termicamente, che più non si può, la piana del Garigliano con il vapore acqueo, ovvero la immane nebbia che necessariamente, sempre per quel benedetto ciclo termodinamico, esce dalle torri di raffreddamento.
Ma il Garigliano è anche impetuoso fiume che allaga proprio la sua piana terminale, laddove si dovrebbe localizzare la centrale; se, come tante volte è già successo per la vecchia centrale da soli 160 MW, vi è allagamento, quali sono le conseguenze per il possibile o meglio presumibile inquinamento radioattivo per tutto il territorio circostante?

La realizzazione della Centrale è la fine dell’agricoltura dell’intera area. Qualcuno comprerebbe mai una mozzarella di bufala DOC -NUC (Denominazione Origine Controllata -ovvero di origine Nucleare)?
In ogni riflessione sulla assurda ipotesi di nuova centrale è sempre bene ricordare che essa avrebbe potenza nettamente superiore a quella chiusa per cui tutto quanto di disastroso ( e sistematicamente nascosto) sarebbe piccola cosa rispetto alla nuova.
Quella di Caldoro è perciò una scelta di una gravità estrema, del tutto contraria agli interessi della popolazione locale e della Campania; occorre contrastarla fino in fondo sin da subito e chiederne la inversione; unitamente ad una grande sensibilizzazione dell’opinione pubblica, a partire dalla informazione sulla gravità degli atti fatti, tenuti nascosti a tutti quelli che dovevano sapere e decidere, occorre investire le istituzioni; i consiglieri anche della maggioranza, soprattutto del casertano, avranno il coraggio di confermare la scelta di Caldoro? noi pensiamo proprio di no! ed è perciò che chiediamo, soprattutto alla opposizione, un’apposita seduta del Consiglio Regionale su quanto avvenuto nella conferenza unificata Stato Regioni del 3 Marzo scorso sul nucleare e sugli atti (che chiediamo anche noi ufficialmente) sui quali la regione ha dato parere favorevole al governo. Occorre però attivare già tutti gli Enti locali interessati per un netto pronunciamento contro la centrale nucleare, contro l’impianto di fabbricazione del combustibile nucleare e contro i depositi di scorie radioattive, provvisori o definitivi che essi siano.

Fonte Comunicato stampa VAS (Verdi Ambiente Societa)

Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, commenta: “Chi propone il ritorno al nucleare in Italia dovrebbe riflettere sulla irresponsabile leggerezza con cui sta procedendo. Dalla barzelletta del professor Umberto Veronesi, che dormirebbe con le scorie in camera da letto per tranquillizzare i cittadini che è chiamato a proteggere dalle radiazioni, alle esibizioni di Chicco Testa che continua imperterrito a spargere comunicazione ingannevole in tutti i media. È ora di finirla di trattare questo tema in modo così poco serio: l'Italia non ha alcun bisogno di tornare al nucleare, deve invece puntare sulle energie rinnovabili. Proprio il contrario di quanto sta facendo il Governo, che ha deciso di distruggere questa prospettiva”.



martedì 8 marzo 2011

L'8 marzo abbiamo un modello da seguire e perseguire:le istituzioni in rosa!!!

Non è un miraggio la città delle donne, esiste ed è un paese di 7.300 abitanti in provincia di Bologna governato da "una" sindaco e 4 assessori donna, più Rosa, la segretaria comunale.
Sant'Agata Bolognese è l'unico Comune in Italia governato dal 2009 da una giunta di sole donne!
Paradossalmente qui ci vorrebbero le "quote azzurre" ma, a quanto dice il Sindaco, Daniela Occhiali (insegnante in aspettativa, tre figli, al secondo mandato eletta in un lista di centrosinistra)erano stati invitati a fare l'assessore anche degli uomini ma non erano disponibili e allora via con una giunta di sole donne!
Ed è una giunta che funziona e che è sostenuta da tutti i cittadini, uomini e donne!
Ma quali sono i motivi per i quali questa giunta funziona così bene?
Sicuramente la priorità data al potenziamento dei servizi. Inanziturro parliamo del Nido Comunale, un nido storico, nato nel 1972 e ispirato al modello di Reggio Emilia, aperto dal primo mattino al pomeriggio inoltrato, senza liste d'attesa dal momento che in presenza di un aumento delle richieste ci si è immediatamente attivati per creare una sezione in più. E poi rette agevolate per la mensa, sostegni agli anziani e ai disabili, consultori, pannelli solari, un museo archeologico, la piccola ma ricca biblioteca "Terre d'acqua". Scelte precise, ma che hanno la cifra della cura alla persona, alla famiglia.
"I tagli sempre maggiori -dichiara il sindaco - ci hanno imposto di creare delle priorità. E tra il tagliare l'erba delle aiuole o riparare un pezzo di asfalto abbiamo preferito sostenere le famiglie e la scuola... Certo poi la buca andrà rimessa a posto, ma possiamo aspettare che smetta di nevicare".
Questi sono i motivi per i quali le donne di Sant'Agata Bolognese, ma anche gli uomini, sostengono le loro donne amministratrici, perchè tutte insieme sono diventate una squadra: ognuna con le sue competenze, tutte al servizio del bene comune!

domenica 6 marzo 2011

Il rovescio della medaglia del volontariato e dell'associazionismo sannita

Il Cesvob (Centro Servizi al Volontariato Beneventano) è un ente che, per legge, dovrebbe rappresentare e supportare il volontariato locale.
Di fatto, però, da marzo 2010, si è arroccato in una gestione elitaria e "per pochi" impedendo ad oltre 70 associazioni di diventare socie del Cesvob e di partecipare all'elezione degli organi direttivi in carica per i prossimi 3 anni.

Queste associazioni, riunite nel comiato "Giù le mani dal volontariato" hanno si sono rivolte alla Magistratura e il giudice Antonietta Genovese, proprio in questi giorni, si è espresso accogliendo le istanze delle associazioni ricorrenti.
Le associazioni, nella memoria difensiva dell'avvocato Paola Ferrannini, hanno sollevato fra l'altro un inquietante dubbio: la "violazione" di alcune norme statutarie è frutto di "ignoranza dello statuto o manovra politica" per consentire ad una ristretta cerchia di associazioni di gestire un ente il cui budget, solo nel 2010, ammonta a circa 700mila euro?

Questa domanda è legittima visto che il comportamento dell'attuale dirigenza sembra non volere tenere conto delle disposizioni del giudice: a quasi tre settimane dalla conoscenza del provvedimento, infatti, non è stata convocata alcuna assemblea dei soci per deliberare sulle nuove ammissioni dalle quali dovrà scaturire la nomina del nuovo consiglio direttivo.

Allora, siamo noi i malpensanti o qualcosa sotto c'è davvero?

da GazzettBenevento.it

venerdì 4 marzo 2011

Ancora arresti per droga a San Giorgio del Sannio

Ancora un arresto per droga a San Giorgio del Sannio...l'ennesimo in un paese che è ormai diventato il supermarket della droga più frequentato del Medio Calore...eppure qua sono tutti convinti che siamo ancora e sempre nel paese dei fiori e della cortesia...da 50 anni il "potere poltico dominante" in questo paese ha INCULCATO alla cittadinanza questo pensiero e tutti ci credono ancora, negando anche l'evidenza....

Ma a rendere ancora più grave il cattivo andazzo sangiorgese, come ci segnalano anche alcuni nostri concittadini, c'è anche il fatto che gli spacciatori, in particolar modo quelli che abitualmente frequentano il territorio, ogni volta che vengono arrestati, dopo una settimana sono già fuori di nuovo, pronti per riprendere, magari anche con maggior vigore, la loro attività!

Non è dunque solo la sudditanza psicologica che bisogna contestare e provare a scardinare ma anche la mancanza di provvedimenti concreti ed efficaci da parte delle autorità competenti per venire incontro alle problematiche del territorio.