venerdì 24 dicembre 2010

Auguri alla mia citta: che sia una SAN GIORGIO NUOVA e non una nuova San Giorgio

Ho casualmente letto su Facebook che un giovane architetto sangiorgese sta lavorando al progetto di una torre-museo a Manhattan.
Ho visitato il suo sito ed ho potuto verificare che si tratta un progetto davvero interessante sia dal punto di vista architettonico che artistico perché vuole creare all’interno della baia di New York una struttura che si erge dalle acque verso l’alto e che, attraverso schermi a led distribuiti in maniera alternata su tutta la superficie tronco conica della struttura, diffonde immagini non stop relative alla seconda immigrazione americana degli anni 60 dalla quale è partita la crescita economica, sociale e politica americana.
Insomma, una sorta di icona tecnologica della città di N. Y e della sua capacità di integrazione che la ha resa, nel tempo, la città che è oggi.

Chi suggeriva la lettura di questa notizia, a corollario, commentava (anche se adesso i commenti sono stati cancellati e si non potrà più apprezzare l’alto livello di dibattito che ne è scaturito ed in più io sono stata segnalata come ospite indesiderata e non posso più accedere a quel profilo!): Se abbiamo giovani professionisti che immaginano nuove idee per New York perché non sperare di avere nuove idee anche per San Giorgio?
Beh, la domanda è assolutamente legittima ma non credo sia difficile trovare una risposta, o, almeno, io ho fatto una mia valutazione dei fatti e ho dato questa risposta:

Chi si chiede perché non sperare di avere nuove idee anche per San Giorgio forse dimentica che l'America, con tutte le sue contraddizioni, è la terra della libertà e delle libertà...qui a San Giorgio, il nostro microcosmo, e in Italia, il nostro macrocosmo, siamo tutti prigionieri...prigionieri di un pensiero criminale che ci attanaglia e dal quale, volente o nolente continuiamo a farci attanagliare: l'illegalità, la corruzione, la mafia dei colletti bianchi...
Come faremo mai a San Giorgio a debellare il cancro della favoropoli ultracinquantennale e delle piccole e grandi corruzioni legalizzate che caratterizzano i rapporti tra politica, amministrazione cittadina e popolazione?
E come faremo, a debellare questo cancro che ormai è in metastasi in un corpo civico che, soprattutto adesso, in tempo di crisi economica, ma non solo economica, sembra ancora più fragile rispetto a valori come etica, giustizia e legalità?

Secondo il mio modestissimo parere, non servono nuove idee e non serve una nuova San Giorgio ma idee NUOVE e una SAN GIORGIO NUOVA, non un vestito nuovo per idee vecchie, ma un approccio NUOVO, una novità che recide il vecchio come il taglio netto recide la tela di Fontana!!!
Non servono nuove facce, nuove idee nel senso di altre facce ed altre idee, servono facce DIVERSE da quelle di prima, idee DIVERSE da quelle di prima, e la diversità, signori miei, di questi tempi non è altro che concretizzare la normalità delle leggi e del diritto!

Oggi la novità vera è la normalità, non programmi e idee galattiche...un solo punto all'ordine del giorno: rispetto dei doveri e rivendicazioni dei diritti dell'uomo, dell'ambiente e degli animali...tutto il resto è ricaduta di questa unica e semplice norma!
Tuttavia, la tensione verso questa normalità, ora come ora, secondo me, a San Giorgio, anche se c'è chi si fregia dell'aggettivo "nuovo", non c'è ancora...la normalità è una sfida troppo grande e richiede un coraggio che gran parte di chi fa politica a San Giorgio non ha.

Anche si fregia dell’aggettivo “nuovo”, infatti, secondo me, ha perso una grossa occasione per mostrare a tutti di essere veramente un elemento di discontinuità, quello che io definisco come il grande taglio col passato, incisivo come la tela squarciata di Fontana, e questa occasione l’ha persa anche grazie a due errori notevoli: il nome che si è data questa nuova realtà civica e politica e i coordinatori del cosiddetto laboratorio civico.

E adesso vado a spiegare cosa intendo.

Partiamo dal nome, un nome, Nuova San Giorgio, che già da sé fa pensare ad una nuova realtà sì ma non ad una realtà nuova, ad un nuovo progetto sì ma non ad un progetto nuovo…se solo l’aggettivo “nuova” fosse stato posposto (ed è la stessa grammatica italiana, non io, che lo afferma, dal momento che l'aggettivo si pospone al nome quando il nome ha molta importanza e deve essere notato da chi legge, mentre si antepone quando l'attenzione deve essere posta più sul nome che sull'aggettivo… quindi, l’aggettivo si antepone ogni volta che esso ha senso generico oppure quando esprime una qualità essenziale del nome mentre,si pospone per dare un valore più intenso all'aggettivo)si sarebbe data, anche dal punto di vista della comunicazione, una percezione di novità vera per una volontà progettuale che, e questo mi sia consentito, per il momento resta solo presunta……
Siamo, infatti, secondo il mio modestissimo ed umilissimo parere, di fronte alla solita minestra riscaldata servita nel servizio di piatti buono di porcellana inglese!!!

E questo mio pensiero è chiarito attraverso l’anali del secondo punto di cui sopra:i coordinatori del Laboratorio civico, presentati in pompa magna qualche settimana fa.
Su tre coordinatori, due hanno una storia personale e lavorativa che li radica profondamente nel mondo cattolico locale e diocesano, cosa che, senza voler essere né maliziosi né malpensanti, fa immediatamente pensare alla necessità di avere all’interno del laboratorio civico una componente forte, anche e soprattutto in termini di bacino di voti potenziali, legata alla Chiesa e a quel mondo politico di centro che a San Giorgio è stato da sempre e in grandissima parte Democristiano prima, Margheritino poi e attualmente del Partito Democratico. Facce mai viste sui manifesti elettorali, sì è vero, ma facce che vogliono essere solo una calamita volta ad intercettare quel voto cattolico che si contrappone all’attuale dominio del centro sinistra.

Che altro dire, quindi?

Ancora una volta, come è stato finora per il centro sinistra, siamo di fronte ad una spasmodica ricerca, da parte del centro destra stavolta, solo ed esclusivamente dei voti e non di fronte alla volontà di creare partecipazione democratica alla vita politica ed amministrativa del paese e, conseguentemente, consenso.

Creare consenso è troppo laborioso e lungo, qui, invece, si tratta di vincere le elezioni amministrative di primavera!!!

Verrebbe quasi da dire che “tutto cambia perché nulla cambi” e mutuare per San Giorgio quanto accadeva nella Sicilia del Gattopardo: come in Sicilia l’avvento del Regno d’Italia appare al Principe di Salina come un mutamento senza contenuti perché quello che non muta è il carattere dei siciliani stessi, così per San Giorgio, dominata per oltre cinquant’anni da un concetto di politica feudale piuttosto che partecipata, l’avvento improvviso di una realtà politica, almeno apparentemente diversa da quella che finora ha dominato, non è determinante perché c’è alla base della comunità l’incapacità di cambiare un modo d’essere ormai radicato.

E’ dunque qui che si deve intervenire, su questa maledetta incapacità della gente di modificare se stessi e il proprio approccio alla politica che, seppur ormai non più condiviso, si è consolidato nel tempo ed è duro a scalfire.
E certo non si può pretendere di ottenere risultati eclatanti in soli cinque mesi di laboratorio, che poi è il tempo che ci separa dalle amministrative di primavera.

Tuttavia, non voglio essere totalmente pessimista: mi auguro, anche in previsione del Natale e del nuovo anno che è alle porte, che qualche risultato in termini di cambiamento dell’attuale stato dormiente del pensiero e dell’azione civica, si possa ottenere, il che significa, per me, che anche un solo cittadino sangiorgese esca dal chiuso della sua casa, del suo esercizio commerciale, del suo ufficio e decida di mettersi in gioco come cittadino che partecipa alla vita del suo paese per il bene della comunità mettendoci la faccia ed esponendosi in prima persona.

Del resto, e lo diceva Gandhi, non una emerita sconosciuta quale io sono: «Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo».

mercoledì 22 dicembre 2010

All’incontro con Tonino Scala sulla camorra assenti ingiustificate la stampa e la politica beneventana!

Ieri sera è stato presentato presso il L@P Asilo 31 di Via Firenze a Benevento il libro di Tonino Scala “Quaquaraquà: uomini di camorra”.

Tralascio il resoconto della serata, peraltro ben fatto dall’unico giornale presente, Gazzetta di Benevento, con Elide Apice, e mi soffermo in particolare sul fatto che, purtroppo, laddove si parla di criminalità organizzata, di assenza delle istituzioni, di riciclaggio del denaro sporco, un grossa fetta dei media beneventani è latitante.
Così come è latitante la gran parte della politica beneventana (erano presenti solo Enzo Testa e Massimiliano Bencardino di SeL).

Mi chiedo, allora, con fare scolastico, se, per combattere la camorra e le mafie tutte, la regola non sia quella di parlarne, di creare occasioni di dibattito e confronto sulle modalità di diffusione del pensiero criminale nella società e nell’economia a tutti i livelli, di provare a rompere il silenzio su una attività camorristica che, nello specifico qui a Benevento, non si esplicita tanto con i fatti di sangue bensì con l’azione criminale dei colletti bianchi, insospettabili compartecipi, ad esempio, di riciclaggio di denaro sporco, di collusioni e corruzione …

Il mio scopo, il nostro scopo, lo scopo di tutti quelli che hanno organizzato e partecipato all’incontro di ieri era proprio questo e la numerosa ed attenta partecipazione di studenti ed universitari, delle associazioni che, come AltraBevenento da anni si occupano del malaffare nel Sannio, di qualche sindacalista e di quei giovani responsabili di partito che nel nostro territorio si stanno meritatamente conquistando un posto di rilievo in mezzo a politici ed amministratori che risalgono al Paleolitico, ci ha dimostrato che gettare piccoli semi di legalità paga sempre.

Per contro, di fronte al distacco totale dei politici e degli amministratori locali e di certa stampa dai luoghi in cui si propone la diffusione della cultura della legalità mi viene, e credo legittimamente, il dubbio che quanto meno ci troviamo di fronte ad un pensiero criminale diffuso ed imperante, fatto di colpevoli silenzi atti solo a coprire una connivenza, una compartecipazione, un’ adesione ideologica che proprio in chi amministra il bene comune dovrebbe essere assente.

Di fronte al crimine, all’intimidazione, al pensiero camorristico diffuso, lo scrive lo stesso Tonino Scala nella prefazione del suo libro, non c’è nulla di peggio che la rassegnazione ed il silenzio. Ecco perché, scrive Scala, continuerò a scrivere

Ecco perché, diciamo noi, continueremo ad impegnarci a non scendere a compromessi per arrivare sereni a fine mese, ad andare al lavoro ogni giorno e a pagare le tasse, ad insegnare ai nostri figli che il denaro ed il lusso non possono, non devono, essere messi al centro della vita umana.

E concludo con una meravigliosa frase di un eroe dei nostri tempi, Giovanni Falcone, con la quale Tonino apre il suo libro: “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”.


lunedì 20 dicembre 2010

Ancora qualche riflessione sull'operato della Dirigente Scolastica della scuola elementare "Nicola Sala " di Benevento

Oggi sulla stampa locale, è stata pubblicata una lettera dei rappresentanti dei genitori nel Consiglio di Circolo della scuola elementare "Nicola Sala" di Benevento.
In questa lettera si legge come la rimozione della Madonnine sia stata un'assoluta azione di forza della dirigente non suffragata da alcuna richiesta da parte di alcuno, alunno o genitore, e come, anche in altre occasioni, la dirigente abbia avuto atteggiamenti poco concilianti e di scarsa apertura nei confronti di genitori e docenti sui più svariati argomenti relativi alla gestione della scuola.

Questa lettera dei rappresentanti dei genitori conferma in toto la posizione espressa da Rete Rose Rosse Campania e CIP Sanniti ovvero che la rimozione delle Madonnine sia stata un'azione mossa solo ed esclusivamente da motivazioni personali.

Mi chiedo allora, se i dirigenti hanno tra i loro compiti quello di verificare periodicamente l'operato del corpo docente, ovvero i loro sottosposti, chi ha il compito di controllare i dirigenti?
Chi dovrebbe periodicamente verificare l'operato dei dirigenti scolastici?

Perchè il Provveditorato agli Studi, che sembra essere l'unico demandato a questo tipo di controlli non è intervenuto lasciando prendere piede ad un dibattito sulla notizia che è diventato tutto politico senza che la politica c'entri un fico secco in questa vicenda?

Il problema è uno solo ovvero che i dirigenti scolastici non subiscono alcun tipo di controllo e la maggior parte di loro, in maniera impropria, gestisce la scuola loro affidata come un bene personale e non come un bene della comunità. In questa ottica e di questi tempi, è chiaro che il corpo docente ha molte difficoltà a porsi in contrapposizione col proprio dirigente per cui accetta le sue decisioni o, al massimo, non prende posizione e le conseguenze sono quelle che leggiamo sui giornali.

sabato 18 dicembre 2010

Incontro con Tonino Scala e presentazione del suo ultimo libro "Quaquaraquà: uomini di camorra"

"Elvira Santaniello e Rete Rose Rosse Campania presentano, in collaborazione con Cooperativa Sociale R.A.P.P.S.S. e Brigate della Solidarietà Attiva, il primo appuntamento della serie “Incontri con l’autore”.

Martedì 21 dicembre alle 19.00 presso il L@P Asilo31 di Via Firenze (Rione Libertà) a Benevento incontro con Tonino Scala e presentazione del suo ultimo libro "Quaquaraquà: uomini di camorra", una serie di racconti che hanno per protagonisti gente comune vittima della criminalità organizzata: da Annalisa Durante a Don Peppe Diana, da Gelsomina Verde ai giovani immigrati della strage di Castelvolturno.

Di queste storie tristi e violente, della continua e costante diffusione, anche nel Sannio, della camorra, della necessità impellente del ripristino della legalità in tutti i settori della società, parleremo insieme all’autore e a Raffaele Tecce (ex Assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli ed esponente di spicco della Federazione della Sinistra).

A seguire Aperitivo - Happy Hour con sottoscrizione per sostenere le attività del Laboratorio autogestito.

venerdì 17 dicembre 2010

Comunicato congiunto Rete Rose Rosse e CIP Sanniti sulle Madonnine rimosse dalla dirigente della scuola elementare "Nicola Sala" di Benevento

In riferimento alla notizia apparsa sulla stampa locale, secondo la quale un dirigente scolastico di una scuola di Benevento avrebbe fatto smantellare due Madonnine site all’interno dell’edificio scolastico per presunti motivi di scurezza,

Rete Rose Rosse Campania e Comitato Insegnati Precari Sanniti esprimono il proprio disappunto non tanto per il fatto che siano stati rimossi dei simboli religiosi, cosa da molti sottolineata, bensì sul fatto che il dirigente scolastico abbia fatto un’azione di forza non condivisa, in particolare con l’Amministrazione Comunale, proprietaria dell’immobile.

Certo, si è detto che la rimozione dei due piastrini sormontati dalle Madonnine pare sia avvenuta per motivi di sicurezza e, quindi, pare che il dirigente abbia agito in virtù del suo dovere di salvaguardare la sicurezza degli allievi.
Tuttavia, sarebbe stato probabilmente più opportuno dare comunicazione all’Ente proprietario dell’immobile nonché alla famiglie degli alunni, quindi agli utenti della scuola, di quelle che erano le motivazioni sottese al suo gesto, onde evitare di innescare un turbinio inutile di polemiche altrettanto inutili.

Rete Rose Rosse Campania e Comitato Insegnati Precari Sanniti, infine, colgono l’occasione di questo spiacevole accadimento per sottolineare come, da quando, in virtù dell’autonomia scolastica, i dirigenti hanno acquisito il ruolo di responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio…nonché poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane (Decr. Legisl. 6 marzo 1998, nr. 59), tale ruolo è spesso usato come strumento di autorità a danno della condivisione democratica e della partecipazione della comunità scolastica (corpo insegnante, alunni e famiglie) alla vita della scuola stessa e per sollecitare controlli concreti da parte degli organismi competenti presso le scuole dove si verificano episodi come questo.

domenica 12 dicembre 2010

"Quaquaraquà: uomini di camorra" , un libro di Tonino Scala

Tonino Scala, ex presidente dell’Osservatorio Regionale Contro la Camorra e la Criminalità Organizzata, ritorna sul tema della Camorra ad un anno esatto dal suo precedente libro “La camorra: da onorata società a S.p.a.” e lo fa attraverso una serie di racconti i cui protagonisti sono vittime i cui nomi ormai sono caduti nell'oblio: Gelsomina Verde, uccisa perché si era innamorata dell’uomo sbagliato; Annalisa Durante, usata co...me scudo dal boss Salvatore Giuliano per difendersi dagli spari di due ragazzi in scooter; Francesco del Prete, sindacalista e collaboratore delle Forze dell'Ordine; Anna De Gregorio ed Eugenio Covito, due giovanissimi fidanzatini uccisi nell'ambito di una faida familiare; e poi ancora la strage di Castelvolturno, l’omicidio di Don Peppe Diana, ed altri .
Queste storie non si possono dimenticare perchè i loro protagonisti sono vittime di quaquaraqà violenti e criminali e noi di questa violenza e criminalità ci vogliamo liberare una volta e per sempre!

Di camorra, di legalità e di memoria parleremo insieme con l'autore.
L'appuntamento è per martedì 21 dicembre alle ore 19.00 presso L@P Asilo 31 Via Firenze (Rione Libertà) Benevento
Interverranno giornalisti, associazioni e politici sanniti.

L'evento è organizzato da Rete Rose Rosse Campania in collaborazione con coop. soc. RAPPSS e Brigate della Solidarietà Attiva

sabato 4 dicembre 2010

Una prospettiva di sviluppo per la differenziata e per il rieliquilibrio della tassa comunale sui rifiuti: la tariffa a quantità

La settimana scorsa sono stata nell'hinterland milanese, ospite di un mio amico, sindaco di un piccolo comune, per un confronto sul tema spinoso dei rifiuti e della raccolta differenziata.

Ho potuto verificare con mano che, anche se nel mio comune la raccolta più o meno funziona ed in pochi anni ha ottenuto un discreto risultato (di poco superiore al 50%), la differenza con i piccoli comuni dell'hinterland milanese è palpabile.

Il Consorzio dei Comuni dei Navigli, di cui fanno parte i comuni che ho visitato, infatti, abbraccia un territorio con oltre 100 mila abitanti, in 3 anni (dal 2001 al 2004) ha portato la maggior parte dei propri consorziati a superare il 58% di differenziata con punte, negli ultimi anni, tra il 65 e 70%, ad aumentare il numero dei Comuni consorziati, a raggiungere in quasi tutti i comuni una copertura dei costi pari al 100%, ad applicare tariffe tra le più basse della Provincia di Milano e dell´intero Paese (qui le tabelle e le statistiche di riferimento), ma sorattutto al positivo e necessario passaggio dalla TARSU alla TIA (Tariffa di Igiene Ambientale), con il metodo a quantità
[tale tariffa è così composta: una Quota fissa relativa ai servizi che sono comunque garantiti (pulizia delle strade, raccolta ordinaria dei rifiuti, raccolta di rifiuti scaricati abusivamente, gestione ecocentro, gestione raccolta differenziata, gestione amministrativa del servizio,...) e calcolata in base al numero dei componenti del nucleo familiare (nel caso dell’utenza domestica) o da un coefficiente di produzione (nel caso delle specifiche utenze attività) e alla superficie dell’immobile) ed una quota variabile legata alla produzione individuale di rifiuti, in particolare della frazione indifferenziata del "resto" computati sulla base dei codici a barre presenti sui sacchetti consegnati alle famiglie e sulla pesatura della quantità conferita in discarica. Sono previsti accertamenti nei casi di nullo, anomalo o prolungato mancato conferimento. L’utente interessato dovrà giustificarsi e nel caso di accertate violazioni al regolamento, saranno applicate pesanti sanzioni. Tutto ciò serve, oltre che a garantire un corretto funzionamento del sistema, anche a tutelare quei cittadini che applicano correttamente il regolamento.].

Purtroppo, però, nei nostri comuni sanniti, e meridionali in genere, di questo passaggio alla TIA non c'è nemmeno il sentore!!!

Devo anche dire, però, e lo dico, una volta tanto, a difesa dei meridionali, che tale passaggio dalla TARSU alla TIA non è ancora avvenuto quasi esclusivamente per un vuoto normativo che si è venuto a creare nella legislazione di riferimento e non tanto, o meglio non solo, per l'opposizione dei cittadini, scontenti di dover pagare in misura durettamente proporzionale alla quantità dei rifiuti prodotti e non più in riferimento ai soli metri quadrati della propria abitazione!

E' opportuno, quindi, chiarire un pò le idee su questo vuoto legislativo:

La TIA è il nuovo sistema di finanziamento comunale della gestione dei rifiuti e della pulizia degli spazi comuni introdotto in Italia dal decreto Ronchi (D. Lgs. del 05/02/1997, n. 22): in realtà, la TIA avrebbe dovuto sostituire progressivamente la TARSU, la Tassa sui rifiuti solidi urbani, ma a tutt'oggi, nonostante la promulgazione di un suo regolamento attuativo (D.P.R. 158 del 27/01/1999), che prevedeva il progressivo passaggio dalla TARSU alla TIA entro dicembre 2006, a causa di continue proroghe la TIA non è mai diventata obbligatoria.

La Legge Finanziaria 2007 e la Legge Finanziaria 2008, infatti, hanno di fatto sospeso i termini per l’adeguamento da parte dei comuni stabilendo che per gli anni 2007 e 2008, i Comuni dovessero mantenere lo stesso sistema di tassazione del 2006, senza possibilità di attuare il passaggio da un sistema all’altro ed inoltre l’art. 5del D.L. 208 del 30/12/2008, convertito in legge con modificazioni dalla L. n. 13 del 27/02/2009, stabiliva che i Comuni che dal 2006 si erano già adeguati alla TIA continuavano ad applicare la TIA anche nel 2007 e nel 2008(sono circa un sesto dei Comuni Italiani), mentre i Comuni che, invece, adottavano ancora la TARSU, avrebbero potuto adottarla fino al 31/12/2009.

O meglio, si è venuta così a creare una convivenza tra TARSU e TIA, fino al 31/12/2009, data in cui la TARSU ha dal punto di vista legislativo e tributario cessato di esistere, mentre nei Comuni dove si paga la Tariffa di Igiene Ambientale, l'istituzione della Tia è stata decisa volontariamente, in via sperimentale, sulla base di una specifica previsione di legge.

Il 29/04/2006, intanto, è entrato in vigore il D.Lgs.152 del 03/04/2006, il cosiddetto Codice dell’Ambiente, provvedimento legislativo riformatore del Decreto Ronchi, il quale da un lato, ha disposto l'abrogazione della TIA, dall'altro, ha previsto l'istituzione di una nuova tariffa sui rifiuti.
A tutt’oggi, però, tale regolamento attuativo non è stato ancora emanato.

Conseguenza di tale mancanza da parte dello Stato, è che il Codice
dell’ambiente resta tuttora inapplicabile e, pertanto, onde evitare un pericoloso vuoto normativo che mette a rischio la legittimità di tutti gli atti di riscossione adottati dai Comuni nel 2010, anche se il Codice dell'Ambiente ha abrogato la TIA così come era stata prevista dal Decreto Ronchi, lo stesso Decreto Ronchi sembrerebbe l'unica legge applicabile essendo l'unica che ha un decreto attuativo valido.

Infatti, anche il cosiddetto Decreto Milleproroghe (D. L. 30 dicembre 2009, n. 194)convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25, all'articolo 8, comma 3, pur prorogando nuovamente al 30 giugno 2010 il passaggio dalla TARSU alla TIA, in attesa che nel frattempo il Ministero dell’Ambiente emani il nuovo regolamento in materia di tariffa sui rifiuti, non fa alcun riferimento alla proroga del regime TARSU dichiarata valida dalla Legge Finanziaria 2008 fino al 31/12/2009.

Tutto ciò, sembrerebbe confermare, ma la cosa necessita di ulteriori approfondimenti legali e tributari, che, poichè la TARSU ha cessato di esistere a partire dal 01/01/2010, tutti i comuni d’Italia che applicano attualmente la TARSU non solo avrebbero dovuto necessariamente passare alla TIA a partire dall’01/01/2010 ma hanno compiuto un atto illegittimo nel riscuotere per il 2010 una tassa che a partire dal 01/01/2010 ha cessato di essere valida.

Applicheremo un giorno, e finalmente dico io, la TIA?
Chissà...
Nel frattempo conviene informarsi bene sulla legittimità della TARSU per l'anno, ancora per poco, in corso.