Questa proposta che è passata al vaglio della Camera lo scorso dicembre e ora potrebbe diventare legge in caso di voto favorevole da parte di Palazzo Madama.
Tuttavia,in una nota diffusa alla stampa e su Facebook, Alessia esprime forte preoccupazione perchè:
in queste ultime ore, gruppi di interesse si sono mossi per cercare di fare pressione sui Senatori con una lettera pubblica, in cui si chiede di apportare alcune modifiche al testo. Questo, oltre che depotenziare la norma, causerebbe il ritorno del testo alla Camera, con il rischio di ritardare ulteriormente l’approvazione o addirittura di bloccarne il percorso visto lo stato di incertezza e fibrillazione che caratterizza questa fase della legislatura.
La stessa preoccupazione è stata espressa anche da Laura Frati Gucci, presidente dell' Aidda (associazione italiana donne dirigenti d'azienda)la quale sottolinea come
Confindustria, Abi e Ania, abbiano chiesto al Senato di modificare la proposta di legge relativa alla partecipazione delle donne nei cda suggerendo di inserire il principio di una lenta gradualità (chiedono in pratica di attendere 2 oppure 3 rinnovi dei cda), il che porterebbe all'inserimento del 30% di quote rosa non prima di 10 anni; tempi che non rispecchiano il mercato e che sembra vogliano lasciare indietro il paese.
In Italia c'è solo una donna presidente di una banca, neanche una presidente di una fondazione bancaria. E cosa dovrebbero dire tutte le nostre socie a Confindustria? Dobbiamo uscire da Confindustria? Dobbiamo fondare un'associazione di categoria di donne? Una presidente donna di Confindustria, la prima, come può portare avanti una richiesta di questo tipo? Ricordiamo che un quarto delle nuove imprese in Italia sono fondate da donne. Alle donne deve essere riconosciuto il diritto di mettere a disposizione del Paese le proprie competenze e professionalità. Abbandonare la legge approvata dalla Camera, sarebbe un segno di assoluta non considerazione delle molte donne che compongono la nostra società e che sono costrette a ruoli marginali. Forse perché non abbiamo studiato da veline?
Per sostenere e difendere le competenze ed il lavoro delle donne italiane ma soprattutto perchè non vengano disattese le richieste dell'altra metà del popolo italiano, è necessario che che si prenda una posizione pubblica molto forte perchè questa proposta di legge non venga modificata!
Lettere al presidente del Senato, dichiarazioni, mail ai Senatori della maggioranza (quelli del PD e degli altri gruppi di opposizione si sono già detti favorevoli), contatti a tappeto ad associazioni interessate alla materia, possono essere degli aiuti importanti.
Elvira Santaniello e Rete Rose Rosse Campania accolgono con grande convinzione l'invito di Alessia, giovane amica e sostenitrice di tante importanti battaglie parlamentari a favore dei giovani e delle donne, e si impegnano ad individuare e realizzare, oltre a quelle suggerite, eventuale altre forme di protesta contro chi nega alle donne la possibilità di mettere a disposizione del Paese le propie competenze e le proprie professionalità.
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