"Tale iniziativa - si legge - tende a dare forza e continuità a già esistenti opzioni riguardanti lo sviluppo socio- economico dell’area, ove insiste l'Ict presso l’Agenzia dei Monopoli, l'Area Asi ed il Pip di Calvi - Cubante.
Unitamente ad una verifica circa gli investimenti in essere, appare necessario rilanciare tali eventuali positività guardando e utilizzando gli strumenti della formazione e le nuove forme di inserimento occupazionale previste nel Piano di Lavoro Regionale".
Mi chiedo se la Cisl sia consapevole di quanto chiede.
Molto probabilmente, almeno per quanto riguarda San Giorgio del Sannio, che costituisce l'area territorialmente più vasta dell'Unione dei Comuni Santi Sanniti, non lo è affatto o meglio la CISL pare rientrare in quella categoria di istituzioni che sembrano voler offrire soluzioni spicciole ai problemi del territorio, giusto per dire: "Noi però ci abbiamo provato", piuttosto che andare a fondo nell'analisi dei problemi e provare, quanto meno, a risolverli alla radice.
Se non si combatte prima la favoropoli cittadina, i privilegi concessi ad imprese non pulite, il sempre maggiore utilizzo di attività commerciali ed imprenditoriali per riciclo di denaro sporco, l'attitudine all'imbroglio e ad aggiustare a favore di uno o di un altro le cose bypassando il bene comune a favore dell'interesse personale, hai voglia a concertare, lo sviluppo non si potrà mai realizzare!!!
O si intende per sviluppo l'alimentare sempre e ancora nuove illusioni?
Un altro polo ultratecnologico come quello che da poco ha licenziato la gran parte dei dipendenti?
Un'altra "invasione" di nuovi abitanti dovuta al suddetto mai concretamente realizzato polo tecnologico, che lascia sul territorio solo cementificazione selvaggia e appartamenti sfitti?
Un'altra foresteria per l' Università del Sannio e altri investimenti da parte dell'Università stessa, con i piccoli atenei che, invece, sono costretti al ridimensionamento forzato se non alla chiusura dall'appena approvata riforma Gelmini?
Un nuovo fantasmagorico impulso per la coltura del tabacco, col mondo che, invece, mette il divieto di fumo dappertutto e le industrie della nicotina che stanno ai piedi di Ponzio Pilato, costrette come sono a pagare fior di soldi per risarcire i morti di tumore?
Chi finge di non vedere e non sentire quelli che sono gli allarmi reali provenienti dal territorio è in qualche modo corresponsabile di questi mali!
Meglio sicuramente sarebbe stato, e a tal proposito mi sia consentito l’uso di un paragone biblico, piuttosto che costruire una casa sulla sabbia, creare prima basi forti e vigorose dove piantare le fondamenta!
In questa ottica, più che un tavolo di concertazione sarebbe stato probabilmente più opportuno invitare le altre forze sindacali, le Istituzioni e gli imprenditori ad una sempre maggiore spinta nella direzione della legalità, della trasparenza negli atti amministrativi, della democrazia partecipata e condivisa, uniche vere basi per qualsiasi tipo di sviluppo in qualsiasi territorio.
Qui e qui gli articoli apparsi sulla stampa on line
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