lunedì 31 gennaio 2011

Rete Rose Rosse Campania incontra Tommaso Sodano autore de "La Peste"

Venerdì 4 febbraio alle 18.30 presso il L@P Asilo31 di Via Firenze (Rione Libertà) a Benevento, incontro con Tommaso Sodano e presentazione del suo ultimo libro “La Peste. La mia battaglia contro i rifiuti della politica italiana ”, un libro crudo e attualissimo, che aveva già da tempo anticipato, uno per uno, tutti i nomi che sono poi finiti nella recentissima inchiesta sul disastro ecologico del percolato in mare.

Ne parleremo con l’autore e con il giornalista Billy Nuzzolillo, che modererà il dibattito.
Interverranno Gianluca Aceto, Assessore Provinciale all'Ambiente, Italo di Sabato (Feder. della Sinistra), Nicola Colangelo presidente CODISAM (Comitato difesa Salute Ambiente) di S. Arcangelo Trimonte, Gabriele Corona, presidente di AltraBenevento contro il malaffare, insieme ad associazioni e movimenti sanniti, politici ed amministratori locali.
Prima dei vari interventi verrà proiettato un video sui rifiuti realizzato dal grafico Andrea Vanacore.

giovedì 27 gennaio 2011

Il ricordo della Shoah è un dovere che dobbiamo ai morti e ai vivi

Il Presidio di Legalità e Giustizia di Rete Rose Rosse Campania a San Giorgio del Sannio, nel sottolineare come l'Amministrazione Comunale non abbia ritenuto opportuno celebrare assieme a tutta la comunità sangiorgese la Giornata della Memoria (ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano), così come era accaduto già per il 25 Aprile ed il 1 Maggio scorsi, rivolge alla comunità il seguente invito:

Rete Rose Rosse Campania vuole celebrare la Giornata della Memoria attraverso un invito alla lettura.
Non si tratta, però, del "solito" libro sulla Shoah, sui campi di concentramento, su Auschwitz...
In "Qui non ci sono bambini. Un'infanzia ad Auschwitz" di Thomas Geve troviamo un grande elemento di novità e un nuovo spunto di riflessione soprattutto per i genitori che vogliono spiegare ai propri figli, anche piccoli, l'Olocausto.
"Qui non ci sono bambini" è la descrizione molto dettagliata, attraverso i disegni di un ragazzino, non solo dell' architettura e dell'organizzazione del Lager, ma anche del funzionamento interno, dei tipi di lavoro, dei regolamenti disciplinari, dei problemi igienici, dell'alimentazione all'interno del campo di concentramento di Auschwitz.
Nei disegni di quel ragazzino tredicenne troviamo la cruda e terribile realtà del campo, quel campo in cui lui, più robusto degli altri, era stato considerato abile al lavoro e solo per questo motivo non era finito nelle camere a gas, dove, invece, finivano tutti i bambini e i vecchi:"...Poiché dimostravo più della mia età, ebbi la fortuna di essere considerato abile al lavoro. I bambini sotto i quindici anni erano inviati direttamente alla camera a gas. A parte un altro ragazzo, uno zingaro di nome Jendros, allora ero il più giovane dei 18.000 internati nel campo di Auschwitz i. Avevo il numero di matricola 127003...Dopo l'evacuazione di Auschwitz sono stato nel campo di Gross-Rosen, nel gennaio del 1945, e poi a Buchenwald, dove sono stato liberato l'11 aprile 1945. Prima di quel giorno non avevo mai conosciuto la libertà..."
I disegni di Thomas sintetizzano tristemente i temi di una sopravvivenza disperata: le file dei treni e delle baracche paradigma della tortura, lo schema delle camere a gas in cui andranno a morire tutti gli altri ragazzini, il filo spinato che è insieme simbolo di reclusione e di impotenza, le fogne sogno di una improbabile ed illusoria fuga, le torture, le impiccagioni ma anche la caccia ai pidocchi, i lavori quotidiani scanditi dagli orari, i contrassegni di stoffa che distinguevano i reclusi (ebrei, zingari, detenuti politici e così via),i bracciali per le varie mansioni (ad esempio, kapò, capo del blocco), l'infermeria, dove le persone venivano operate senza anestesia e dalla quale uscivano grida barbare, e persino il bordello con le donne costrette a mettersi al servizio dei militari.
Questi disegni Thomas li fece durante la convalescenza che seguì la sua liberazione da Auschwitz: "Ero gravemente debilitato - scrive nell'introduzione - e avevo perso le unghie dei piedi per l'attrito contro gli zoccoli di legno e per la denutrizione. Troppo malridotto per lasciare la mia baracca, il blocco 29, quello dei prigionieri antifascisti tedeschi, vi rimasi più di un mese dopo la liberazione del campo. Fu allora che eseguii una serie di settantanove disegni miniaturizzati, a colori, delle dimensioni di una cartolina, per illustrare i vari aspetti della vita in campo di concentramento. Li feci essenzialmente con l'intento di raccontare a mio padre la situazione cosi com'era realmente stata".

I disegni di Thomas oggi raccontano a noi, e atraverso di noi ai nostri figli, un'infanzia rubata, l'esperienza di un ragazzino che attraverso la memoria di ogni piccolo particolare trova la forza di sopravvivere all'inferno, fino alla liberazione, che pure viene disegnata, come l'ingresso in un "nuovo mondo".
Da quei giorni del 1945 Thomas Geve non ha mai più disegnato.

Rete Rose Rosse rivolge un accorato appello ai genitori perchè non aspettino che di queste cose ne parli a scuola e perchè non considerino questi temi troppo crudi e duri per i bambini: è vero, è difficile parlare di barbarie, morte, terrore e persecuzione ai bambini, soprattutto ai più piccoli, ma non si può non tramandare e non raccontare loro ciò che non vogliamo accada più e soprattutto non si può demandare ad altri questo compito!
E' importante, invece,spiegare loro queste cose con le parole che loro conoscono, raccontargliele sotto forma di storia, magari prendendo spunto dal diario di Anna Frank o ldal film "La vita è bella", sfogliare con loro i disegni di Thomas Geve, leggere insieme "La stella di Esther", un fumetto, pubblicato in Olanda proprio dalla Casa di Anne Frank, che narra dei ricordi di una donna ebrea, ormai anziana, la quale racconta della sua fuga in Olanda per sfuggire ai campi di concentramento...o ancora, molto più smplicemente, parlare con loro di quanto siano negativi i frutti dell'odio, di qualsiasi tipo di odio, per la vita dell'uomo e di quanto, invece, siano positivi i frutti della convivenza armoniosa, cercando di sviluppare nei bambini, in virtù del confronto tra le due cose, una coscienza critica su questo tema.

Il ricordo un dovere che dobbiamo ai morti e ai vivi, per conoscere, per sapere, per scegliere e realizzare nella vita di ogni giorno la giustizia e la tolleranza.

mercoledì 26 gennaio 2011

La Giornata della Memoria a Benevento e nel Sannio

- Le note della Memoria: la musica ‘spezzata’ della Shoah
Il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento prenderà parte alle celebrazioni organizzate in città con l’esecuzione di brani scelti tra quelli eseguiti e nati nei lager. Il progetto, frutto delle ricerche e della sensibilità del maestro Rossella Vendemia, vedrà protagonisti gli studenti: Erica Parente all’ottavino; Vittorio Coviello, Rosalba Pettrone e ancora Erica Parente ai flauti; Agostino Napolitano e Alessandro Verrillo ai clarinetti; Maria Rosa Grande al violino; Emilio Mottola al violoncello; Pasquale Caimano alle percussioni; Lucio Maioriello e Domenico Palmieri al pianoforte; Davide Giangregorio, voce narrante; Angela Giovio, voce recitante. La versione strumentale dei brani eseguiti è stata realizzata da Domenico Palmieri, studente di composizione. Il programma sarà eseguito dapprima presso l'auditorium Giovanni Paolo II del Seminario Arcivescovile in Viale Atlantici, nella mattinata di giovedì 27 gennaio. Il concerto sarà proposto interamente presso la Prefettura di Benevento, nel pomeriggio del 27 gennaio, nel corso della Cerimonia istituzionale voluta dal Prefetto Michele Mazza, che avrà inizio alle ore 16.00.

- Consegna della Medaglia d'Onore a 15 sanniti deportati o internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra
Il giorno 27 gennaio, alle ore 16.30, avrà luogo presso il Palazzo del Governo la cerimonia di consegna da parte del Prefetto di Benevento Michele Mazza delle medaglie d’onore concesse dal Presidente della Repubblica a cittadini italiani, militari e civili, originari della provincia di Benevento ovvero ai familiari dei deceduti che sono stati deportati o internati in lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale.

- Seduta aperta del Consiglio Provinciale di Benevento in occasione della Giornata in ricordo delle Vittime della Shoah
In occasione della Giornata in ricordo delle Vittime della Shoah, il Consiglio provinciale di Benevento è stato convocato dal presidente Giuseppe Maria Maturo in seduta “aperta” presso il Collegio “De La Salle” – Seminario Arcivescovile, al viale degli Atlantici del capoluogo sannita, per le ore 10.30 del 27 gennaio 2011. La seduta sarà preceduta alle ore 10.00 da un momento commemorativo presso il Monumento alla Memoria del Maestro Salvatore Paladino nei Giardini della Rocca dei Rettori, sede della Provincia.

- L’Istituto Comprensivo di Ponte-Paupisi con il patrocinio della Regione Campania, dei Comuni, delle Pro Loco e dei Forum dei giovani di Ponte e Paupisi organizza per giovedì 27 gennaio l’ottava edizione della Giornata della Memoria
L’evento avrà inizio alle 9 presso il salone della scuola secondaria di primo grado di Ponte con il saluto delle autorità presenti.
Gli alunni della scuola dell’infanzia primaria e secondaria primo grado di Ponte-Paupisi proporranno poesie, canti, letture e proiezioni che ricorderanno ‘la tragedia del Nazi-Fascismo’. La manifestazione si concluderà con l’assegnazione della borsa di studio ‘Domenico Ocone’ all’alunno più meritevole.

- Giornata della Memoria: film e dibattito all’istituto Galilei - Vetrone di Benevento
Giovedì 27 gennaio alle ore 17,30, presso l’Aula Magna dell’istituto “Galilei – Vetrone” di Benevento, è in programma, in occasione della Giornata della Memoria, la proiezione del film “Il bambino con il pigiama a righe”. Seguirà un incontro – dibattito con gli alunni del corso serale, introdotto dal coordinatore del corso Pasquale Giamattei. Interverranno le docenti Lucia Stravato e Giovanna Fusaro. A moderare sarà il docente Ignazio De Lucia.

- AnGHInGò Scuola celebra la giornata della memoria
La compagnia Teatro Eidos celebra a suo modo la “Giornata della Memoria” portando in scena “La trasferta”, un testo liberamente tratto da due classici (“La tregua” di Primo Levi e “L'istruttoria” di Peter Weiss) riadattato da Virginio De Matteo.
il 24 e 25 gennaio alle 10.30 presso il Teatro De Simone a Benevento.

- Incontro a Frasso Telesino con Ermando Parete sopravvissuto a Dachau
Lunedì prossimo, 31 gennaio, alle ore 10.00, in occasione della Giornata della Memoria, l'Istituto comprensivo di Frasso Telesino, in collaborazione con il Comune ha organizzato in piazza IV novembre un incontro-dibattito con Ermando Parete, sopravvissuto a Dachau.

- Al Liceo Classico "Livatino" di San Marco dei Cavoti due ore per ricordare le vittime della Shoah
Domani, giovedì 27 gennaio, per ricordare la Shoah gli alunni della classe III B del Liceo Classico "Livatino" di San Marco dei Cavoti, coordinati dalla docente di Storia e Filosofia Lucia Gangale, hanno organizzato una rappresentazione di due ore con proiezioni, foto, letture recitate con passi tratti dagli scritti di Anna Frank, Primo Levi, Bertolt Brecht, testimonianze dai campi di concentramento, interviste rilasciate a quotidiani nazionali, slide sul significato della "Giornata della Memoria" ed un momento artistico, attraverso la lettura e l'interpretazione di opere pittoriche di Marc Chagall.

lunedì 24 gennaio 2011

"Meno bla bla bla, più risultati", lo slogan perfetto per la politica sangiorgese!!!

"Meno bla bla bla, più risultati" è uno degli slogan che hanno animato la “Marcia della Vergogna” che si è tenuta ieri a Bruxelles per protestare contro i politici eletti al Parlamento belga, i quali da 225 giorni, ovvero dal 13 giugno scorso, non riescono a formare un nuovo esecutivo.

"Meno bla bla bla, più risultati" è l’invito che Rete Rose Rosse Campania, attraverso il Presidio di Legalità e Giustizia di San Giorgio del Sannio e il suo Responsabile Elvira Santaniello, rivolge a tutti gli esponenti politici sangiorgesi, sia quelli in carica sia quelli che si apprestano ad affrontare la competizione elettorale di primavera.

La campagna elettorale per le amministrative è bell’ e cominciata e quello che si percepisce ad occhio nudo è solo una minima parte di quanto si sta tessendo nelle segrete stanze della politica sangiorgese… contatti, incontri, ipotesi di alleanze…ma poco si sa dei programmi, dei progetti per il paese da parte di quegli amministratori uscenti che auspicano di essere riconfermati e di quelli che aspirano ad entrare nel circuito amministrativo sangiorgese.

E, comunque, anche chi esce allo scoperto sulla stampa ed in pubblici incontri, fa ancora troppi bla bla bla, andando a recuperare input tematici, come quello del Parco Urbano, che Rete Rose Rosse Campania, anche ancora prima di nascere, attraverso l’impegno della sua fondatrice e responsabile Elvira Santaniello, aveva già da molti anni già sottoposto in maniera ufficiale sia attraverso la stampa sia attraverso richieste scritte di intervento, nonché proposte anche di recente fatte da Rete Rose Rosse Campania e dal Presidio di Legalità e Giustizia di San Giorgio del Sannio, tutte regolarmente depositate e protocollate presso la casa comunale, come l’ecocentro, l’adeguamento della segnaletica stradale, la modifica delle modalità di raccolta dei rifiuti e il corretto sanzionamento delle irregolarità nell’ambito della raccolta differenziata, l’urgenza di una politica ambientale moderna ed efficace.

Tutto questo viene riaffermato non certo per prendersi la titolarità sulle idee e sulle proposte dal momento che, e lo sappiamo bene, il copyright sulle idee non esiste, bensì per ribadire a gran voce che, se c’è un interesse comune su tematiche che sottendono a problemi irrisolti da anni, sarebbe sicuramente molto più utile, per il bene della comunità sangiorgese, fare un’analisi comune insieme ai cittadini sì ma anche a tutte le realtà associative che se ne sono occupate nel tempo sul territorio in modo da adottare poche linee programmatiche ma di qualità, realmente appropriate e soprattutto rivolte ad un concreto miglioramento della qualità della vita sociale, economica e politica a San Giorgio del Sannio piuttosto che creare programmi sontuosi, improbabili e difficilissimi da realizzare.

In questa ottica, Rete Rose Rosse Campania ed il Presidio di legalità e Giustizia di San Giorgio del Sannio, invitano quanti hanno già comunicato la propria discesa in campo per il cimento elettorale e quanti a breve lo faranno, a porsi come obiettivo fondamentale del mandato che verrà affidato loro dal voto dei sangiorgesi il rispetto dei propri doveri di cittadini innanzitutto e di amministratori di un bene comune e tutt’altro che personale nonché dei diritti degli uomini e dell’ambiente che stanno alla base della comunità sociale che andranno ad amministrare.
Dal rispetto dei diritti e dei doveri, infatti, siamo certi che si debba partire per dare vita ad una comunità sociale che cresce e si sviluppa nella democrazia.

Ne hanno parlato:
Gazzetta di Benevento
Il Quaderno
NTR24TV
Corriere del Sannio
BCR Magazine
Radiocittà.net

"Meno bla bla bla, più risultati" gridano in Belgio...in Italia stiamo ancora zitti...per quanto tempo ancora?


"Politici, siete pagati per trovare soluzioni, smettetela con i vostri giochi da bambini, vogliamo risultati"...così grida la gente in Belgio partecipando ieri alla "marcia della vergogna"...ed in Italia?
Noi non ci vergogniamo abbastanza, chissà cos'altro dovremmo vedere e sopportare per arrivare a vergognarci di vivere in questa Italia!!!

Il Belgio è da sette mesi a questa parte immobilizzato in uno stallo istituzionale e politico senza precedenti nella storia. Dopo un voto dall'esito a dir poco incerto, i partiti non riescono a trovare un accordo sul governo da nominare.
In Italia un governo ce l'abbiamo ma nei fatti è un governo che non governa: la vita politico istituzionale è praticamente ferma...l'unico dinamismo è individuabile nella necessità, da parte della maggioranza, di sbrigarsi a trovare soluzioni valide per togliere il Presidente del Consiglio dai guai che combina...ed ecco il Lodo Alfano, la compravendita dei parlamentari, il tentativo da parte del PdL di far trasferire i reati di pedopornografia e prostituzione dalla competenza delle grandi alle piccole procure (emendamento proposto al senato dal senatore del PdL Roberto Centaro e poi bocciato), l'idea, confermata dal capogruppo del PdL alla Camera Fabrizio Cicchitto di abbassare, con valore retroattivo, la maggiore età a 16 anni.

Dobbiamo aspettare ancora per una sollevazione popolare contro questo schifo?
In Belgio questa marcia della vergogna l'hanno organizzata 5 ragazzi su Facebook...

e noi?
E il popolo viola è sparito?
E Grillo ora non parla più?
La società civile dov'è?

Eppure una minoranza che si è rotta i marroni dell'inerzia, della volgarità, dello squallore (sono parole di Francesco Alberoni su Il Corriere della Sera di oggi) che dominano l'Italia negli ultimi tempi c'è, c'è sicuramente...

Si tratta di fare in modo che diventi una minoranza che trascina dietro di sè tutti gli altri...proviamoci, ognuno con il nostro personale esempio!!!

O per l'Italia e gli Italiani, l'indignazione è ancora pura fantascienza?



N. B. Partendo dallo spunto offertomi dalla marcia della vergogna, faccio una brevissima diovagazione sangiorgese.

Ma quanto vogliono ancora aspettare i cittadini sangiorgesi per ribellarsi a questa amministrazione che lascia il cittadino in balia di se stesso, senza un briciolo di attenzione VERA alle sue problematiche quotidiane?

Quanto ancora vorrà aspettare la comunità sangiorgese per cacciare la propria testa fuori dalla sabbia e vedere quello che veramente è diventata San Giorgio negli ultimi dieci anni?

Un dormitorio, una landa desolata e senza verde, inquinata dalla diossina, dominata dalla cementificazione selvaggia, affogata nei rigurgiti delle fogne, avviluppata dalla crisi economica e ancora illusa da una fantomatica vocazione commerciale, preda e vittima dell'indifferenza civica, avviluppata nelle maglie di una favoropoli tentacolare e senza scrupoli?

sabato 22 gennaio 2011

I misteriosi meriti di Mario Collarile, neo cittadino onorario di San Giorgio del Sannio

Vi invito a guardare ed ascoltare con attenzione le interviste concesse dal sindaco Nardone e dal Presidente Provinciale del Coni Collarile a NTR24 subito dopo la cerimonia del conferimento della cittadinanza onoraria.
Qualcuno mi sa spiegare cosa ha detto di sostanziale il Sindaco di San Giorgio in questa intervista?
"...Un uomo vero, un uomo che ha affrontato perigli (ndr: segue spiegazione del termine perigli nel caso in cui non ne sapessimo il significato), cioè difficoltà di ogni tipo e che è sempre all'altezza della situazione. Un uomo che ama la nostra comunità ed era per noi doveroso e anche un mito di orgoglio, di soddisfazione, aver messo nel nostro albo un cittadino onorario come Mario Collarile, persona di grande capacità, di grande spessore morale e culturale"

E Collarile? "...E' una cittadina solare, che ha grandi personaggi, una cittadina che ha un suo stile ma soprattutto ha una grande identità. La comunità di San Giorgio è una comunità vera e sentirmi parte di questa comunità mi dà una grande gioia ed è un grande dono il segno dell'appartenenza ad una comunità che si stima..."
Seguono i ricordi giovanili di una San Giorgio allora residenza del capo della polizia fascista e fondatore della polizia politica che si occupava della repressione antifascista, Arturo Bocchini.
Con tutto il rispetto, secondo me, essere venuto a San Giorgio a fare un bagno nella piscina del vice Duce o un ballo in maschera al Cilindro Nero mi sembra una motivazione assai poco convincente per concedergli la cittadidanza onoraria!
Ma San Giorgio, lo sappiamo, è la città delle stranezze!!!

E poi, sempre con tutto il rispetto, numerose sono state le città italiane che nel dopoguerra erano il sogno di chi usciva dalle città bombardate e distrutte, senza immediate prospettive di sviluppo...mica solo San Giorgio!!! Non è certo una caratteristica che le dà unicità e le conferisce uno speciale merito rispetto alle tante altre in Italia!!!
Quello che, invece, San Giorgio è diventata nel tempo, dal dopoguerra in poi, è una Eldorado per pochi eletti, quelli eletti politicamente intendo, che poi, dal dopoguerra in poi, sono sempre gli stessi !!!

Purtroppo, al contrario di quanto afferma Collarile, San Giorgio è un sogno mai realizzato, un embrione mai sviluppato, una potenzialità che non si è mai trasformata in realtà...una città che, al contrario di quanto dice Collarile, non ha una palestra comunale ma solo decine e decine di paleste a pagamento, dove non c'è un programma serio di avviamento allo sport promosso dal Comune, dove chi vuole fare jogging può farlo solo correndo tra le macchine e dove, e questo lo dicono i dati diffusi dalla stampa nei giorni scorsi, nel 2000 c'è stato il picco di obesità infantile rispetto a tutto il Sannio.

Vorrei, dunque,comprendere meglio quali possono essere i reali motivi, indipendentemente da quelli affettivi, che al momento mi appaiono essere gli unici, che legano Collarile a San Giorgio...un presidente provinciale del Coni non può, secondo me, avallare l'assenza della promozione allo sport PUBBLICA e sostenere, in questo caso, in maniera esclusiva, quella delle PALESTRE PRIVATE!!!Non basta una festa dello Sport all'anno, che poi consiste in una sfilata delle palestre e delle scuole di ballo della città ed in dimostrazioni delle discipline praticate con un esclusivo scopo pubblicitario per le palestre, per dire che San Giorgio è una città che sotiene lo sport!!!!
Con tutto il rispetto per Mario Collarile, se le motivazioni sono quelle citate nella pergamena della benemerenza, motivazioni del tutto generiche e che non testimoniano alcun tipo di legame con la città nè alcuna azione svolta in favore della città stessa, questo conferimento sembra apparire alquanto inopportuno a meno che non nasconda una formula promozionale dell'attuale amministrazione in chiave elettorale o qualcos'altro che a noi cittadini quanto meno sfugge.

Per amore di verità, è giusto riportare le motivazioni della benemerenza conferita così come sono state scritte nella pergamena ufficiale consegnata a Collarile:
"...Uomo di cultura e di sport al servizio dell'intera comunità sannita,per le sue doti di sobrietà ed eleganza,dinamico e solerte gentleman dal linguaggio forbito e dalla gestualità garbata, con la vocazione a seguire la crescita delle giovani generazioni e con la dedizione a costruire , nel rispetto delle regole e dei diritti, la civiktà dei rapporti umani".
Ed è altrettanto giusto ricordare che, come anche la famosa enciclopedia on line Wikipedia descrive, che: "La cittadinanza onoraria è un'onorificenza concessa da un comune per onorare una persona non residente, che, per motivi diversi, è ritenuta legata alla città per il suo impegno o per le sue opere.
La concessione avviene dopo che il consiglio comunale abbia votato, a larghissima maggioranza o all’unanimità, una delibera con :
- i riferimenti normativi :la Costituzione della Repubblica Italiana (articolo 114); Il Testo Unico degli Enti Locali – Legge n° 267/2000;Lo Statuto del Comune;
- le motivazioni della benemerenza (es: riconoscimenti sociali e culturali, la riconoscenza per uno specifico atto straordinario, ... );
- il testo della determinazione da stampare e consegnare al cittadino onorario;
- il mandato al Sindaco per la notifica al Cittadino onorario nelle forme ufficiali.

Sarebbe, a questo punto,interessante, sempre e solo per amore di verità, sapere quali sono questi riconoscimenti sociali e culturali o atti straordinari che rendono l'Amministrazione Comunale e la comunità cittadina di San Giorgio del Sannio riconoscente nei confronti di Mario Collarile tanto da concedergli la cittadinanza onoraria.

venerdì 14 gennaio 2011

Le strategie di marketing del Comune di San Martino Sannita per aumentare il consenso

Qualche giorno fa ho, per caso, letto la seguente notizia:
L’ufficio stampa del Comune di San Martino Sannita ha reso noto che Anna De Bellis, presidente del Consiglio Comunale, è l’unica sannita selezionata per il corso sul tema ‘Governance Locale e Unione Europea’ che si svolgerà a Roma dal 13 gennaio fino alla fine di marzo.....In ambito nazionale sono state selezionate 150 persone, De Bellis è risultata essere tra queste (unico amministratore locale della Provincia di Benevento), grazie al curriculum e alle competenze possedute”.
Con tutto il rispetto per la Sig.ra De Bellis, che conosco e della quale ho potuto verificare sul campo le capacità, nel bando di concorso (che si può leggere qui) sembra si possa evincere che non è prevista una valutazione per titoli e meriti bensì per appartenenza a specifiche categorie, nelle quali la sig.ra De Bellis ha avuto la fortuna di rientrare:
- 150 amministratori proventi da tutta Italia, sindaci, assessori, consiglieri comunali e provinciali che non abbiano superato il 45° anno di età e siano in possesso di un diploma di Scuola Media Superiore;
- 25% verrà riservato alle Province e il restante 75% ai Comuni.
- la selezione sarà ispirata al rispetto dei principi della parità di genere e delle adeguate rappresentanze di tutte le aree geografiche del Paese.
- costituiranno titolo preferenziale la minore età anagrafica e l'appartenenza a un Comune con popolazione inferiore ai 5.000 (cinquemila) abitanti.

La diffusione di questa notizia sembra direttamente collegata alla guerra dei manifesti tra maggioranza ed opposizione attualmente in atto all'interno dell'Amministrazione di San Martino Sannita e, nello specifico, all'ultimo manifesto, di un bel colore verde sgargiante, apparso sui muri del paese in questi giorni, manifesto in cui l'attuale sindaco ringrazia il suo predecessore per aver perso l'occasione di accedere a ben tre finanziamenti europei, uno dei quali, di notevole entità, si vanta di aver recuperato in virtù dei buoni rapporti in atto tra ll'attuale amministrazione comunale e la giunta regionale campana (a tal proposito sarebbe interessante anche verificare quali e di che tipo sono queste modalità di recupero di un finanziamento ormai perso e da ben tre anni, se non ricordo male!).

Ecco quindi, che la partecipazione del Presidente del Consiglio Comunale in carica ad un corso il cui obiettivo è fornire agli amministratori locali le competenze per sviluppare capacità progettuali e utilizzare al meglio le opportunità di finanziamento offerte dall'Unione europea, sembra occasione ghiotta per glorificare un'amministrazione che è davvero attenta ai finanziamenti europei, mica come la precedente!!!

"Buen vivir" : suggestione o speranza per il mondo? E nel Sannio? Un'utopia?

Buen Vivir per una nuova democrazia della terra” di Giuseppe De Marzo è un libro molto interessante. E’ un libro che ci presenta quella che dai più è considerata un’utopia, un nuovo modo di pensare il mondo che sembra tanto nuovo quanto irrealizzabile ma che in realtà è una urgenza ormai imprescindibile per la sopravvivenza del mondo e dell’uomo: modificare l’attuale rapporto di dominio dell’uomo sull’ambiente in favore dell’ equilibrio uomo – natura.
Il saggio parte dall’osservazione dello scenario di crisi mondiale in cui ci troviamo e dalla difficoltà della politica internazionale ed italiana di ampliare l’analisi della crisi e di analizzare con maggiore specificità i motivi della sua origine, nonché le nuove soggettività e le nuove relazioni di forza che in essa si manifestano.
In realtà, in Italia si è parlato e si parla quasi esclusivamente di una crisi economica generale ma si tratta nei fatti di una crisi con molteplici braccia, una crisi che, oltre che economica, è anche finanziaria, ambientale, alimentare, migratoria, energetica, della società e della democrazia.
Stiamo vivendo, cioè, una crisi che, per la prima volta, è una crisi strutturale e verticale del modello di società occidentale, una crisi cioè del nostro paradigma di civilizzazione, ovvero, ancora, una crisi dell’idea che noi abbiamo sviluppato della modernità dall’illuminismo in poi.

La risposta che la politica ha dato a questa crisi, muovendosi nel solco dell’attuale modello socio economico di sviluppo, è una risposta assolutamente debole.
Rilanciare la produzione per rilanciare i consumi” è lo slogan che ci viene quotidianamente proposto per uscire da questa empasse, ma ormai non è più possibile immaginare la soluzione di queste crisi all’interno il modello di sviluppo che le ha provocate: non è possibile spingere verso un concetto di crescita economica infinita a fronte di un pianeta con le risorse finite.
La terra, a tutt’oggi, non riesce già più a produrre il 30% del fabbisogno delle produzioni e dei consumi degli esseri umani e, addirittura, se, per assurdo, il modello di sviluppo occidentale fosse esportato in tutto il mondo e se tutti gli uomini in tutti i posti della terra consumassero alla stessa maniera, ci sarebbe bisogno di 5 pianeti in più.

Il buen vivir, dunque, la vita intesa come interconnessione stretta tra comunità umana e cicli biologici, il vivere in modo che l’Homo Oeconomicus non sia più inteso come esclusivo dominatore della terra bensì come amministratore di un bene comune, un approccio economico e di vita che superi definitivamente il neo liberismo, diventa un’ emergenza ed un’esigenza mondiale!!!
Tuttavia, è solo in alcune parti del mondo, in America Latina, in Africa, in India, che sono stati raggiunti risultati eclatanti in questo senso!
In Bolivia ed Equador, ad esempio, la Costituzione è stata rinnovata ed ha messo al centro la vita in armonia con la natura, natura della quale tutta la comunità è parte.
In questi paesi concetti come educazione popolare, mutualismo, giustizia sociale, creatività e decolonizzazione del potere sono gli strumenti e le pratiche di una nuova democrazia della Terra.
Queste testimonianze ci confermano che è possibile coniugare l’economia con la difesa dell’ambiente, che è possibile sperimentare un nuovo patto sociale e ripensare le forme della rappresentanza, ed è possibile nella misura in cui si riesce a decolonizzare il proprio immaginario fino al punto da riscrivere un’idea nuova della democrazia che parte da una costante e continuo aumento della partecipazione alle scelte della vita pubblica e comunitaria da parte dei cittadini.
Quello che salta agli occhi, però, è il fatto che, mentre i popoli del Sud del mondo fanno grandi passi in avanti nel concretizzare la loro protesta e, creando alternative credibili e praticabili, prospettano un reale cambiamento nella concezione e nell’attuazione di nuovi stili di vita, il Nord del mondo sembra rimanere indietro e non accorgersi del suo essere obsoleto.

A ben guardarsi intorno, comunque, si possono riconoscere anche in Italia piccoli segnali di quella che viene definita la geografia della speranza, ovvero i segnali positivi che provengono da quelle che è bene definire società in movimento più che movimenti, le quali hanno introiettato la necessità di difendere i beni comuni e quindi di allargare la democrazia e la partecipazione e che giornalmente lottano non solo per difendere i beni comuni ma per affermare un’idea della democrazia più ampia.
E parliamo, ad esempio, delle comunità interessate da conflitti ecologici ad es. le reti e i comitati contro le centrali a carbone e a turbogas (come accade anche a Benevento), i comitati contro le discariche, i movimenti No Tav e No dal Molin e tantissimi altri.

Queste società in movimento sono spesso etichettate come “quelli del no” ma in realtà dietro ogni no ci sono molti sì: i si per un nuovo modello di sviluppo, per la messa in sicurezza e la bonifica del territorio, per la difesa dei beni comuni, per una economia più giusta ed ecologicamente orientata, per la riduzione di consumi inutili e controproducenti, per la diffusione della mobilità e delle energie sostenibili, per la democrazia partecipata, per l’agricoltura organica, per la raccolta differenziata, il riuso e il riciclaggio…Questa geografia costruisce la sua azione e le sue proposte. Proposte, spesso ignorate dai media e dalla politica istituzionale, che tendono alla realizzazione di un modello di economia diverso da quello attuale e di una democrazia includente. Una democrazia che sempre più spesso ed in maniera cronica tende ad escludere quelli che hanno deciso di tenere un altro passo rispetto alla schizofrenica, quanto improduttiva ed efficace, velocità imposta dalla competizione economica globale che induce a trasformare in merce qualsiasi cosa
.
C’è, dunque, anche in Italia una geografia della speranza che si sintonizza perfettamente con tutto ciò che di nuovo arriva dall’America Latina, dall’India, dall’Africa, c’è una connessione umana, politica, sociale, indipendente dalla diversità linguistiche, con le popolazioni di Bolivia ed Equador.

Credo valga la pena di farsi coinvolgere dall’esperienza di questi paesi prendendo spunto dall’articolo 8 della costituzione boliviana: «Lo Stato assume e promuove come principi etici e morali della società plurale le seguenti raccomandazioni: non essere pigro, non essere bugiardo, non essere ladro, vivi una vita buona e armoniosa in una terra senza male e avviata su un cammino nobile».
Riformare in questo senso la nostra idea della vita e delle relazioni, ripensare il concetto della democrazia in chiave partecipativa, rimettere al centro della scena del progresso, dello sviluppo e della modernità i territori e le persone in carne ed ossa, potrà con una buona probabilità permettere alla parola “Krisis” di perdere l’accezione negativa che attualmente la caratterizza e le farà riacquisire il significato originario di “momento che separa una maniera di essere da un’altra differente”.

Questo mi sembra un ottimo spunto di riflessione per tutta la politica italiana ma, in particolare, per i nostri politici ed amministratori locali, per i sindaci ed aspiranti tali che nel Sannio affronteranno le elezioni amministrative della prossima primavera.

E’ davvero così distante il Sud del mondo da San Giorgio del Sannio, ad esempio?

Non siamo anche qui, nel paese dei fiori e della cortesia, schiavi di una ormai da decenni fallita esplosione economica in chiave commerciale?

Non siamo forse anche noi parte, consapevole e muta, del ciclo della diossina che, dall’incendio del capannone Barletta in poi, si insinua silenziosa nella nostra terra e ci viene riproposta sotto forma di frutta e verdura o di uova o di carne da macellare?

Non siamo forse anche noi vittime della cementificazione selvaggia che ci hanno “venduto” come necessaria nell’ottica del futuro sviluppo in chiave tecnologica e di collaborazione con l’Università del Sannio, cosa che avrebbe portato qui a San Giorgio centinaia di nuove famiglie in virtù dei centinaia di posti di lavoro che sarebbero stati creati proprio in quei settori?

Non viviamo forse un deficit di partecipazione democratica tale che gli amministratori decidono di testa propria di spendere i soldi del Comune per la costruzione di un inutile, storicamente improprio nonché brutto monumento piuttosto che per le necessità reali del paese?

Non siamo anche noi partecipi di quel sistema economico dominante in cui il lavoro è ridotto meramente ad una merce?

Non siamo anche noi protagonisti di una continua e costante deruralizzazione in virtù di un PUC scellerato e dell’illusione urbanistica di un paese, quello dei fiori e della cortesia appunto, che del suo verde avrebbe potuto fare un motivo trainante del suo sviluppo in chiave ecologica?

La prospettiva di recuperare e sviluppare ciò che siamo, ovvero uomini e donne inseriti nel ciclo naturale, la prospettiva di passare da Homo Oeconomicus inteso come dominatore del mondo e della natura a quella dell’uomo amministratore di un bene e di beni comuni a tutti gli uomini, non è solo una suggestione ma è una visione che ci permetterà di dare ai nostri figli un futuro ed una vita sicuramente armonica e felice.

mercoledì 12 gennaio 2011

La farsa di Nuova San Giorgio

La farsa di Nuova San Giorgio continua: sabato prossimo verrà presentato il candidato sindaco di questa nuova compagine politica!!!

Per rimarcare il concetto di novità, di etica, di sensibilità civica di questa armata brancaleone in salsa sangiorgese mi fa piacere comunicare in via ufficiale agli amici sangiorgesi e a tutti amici, simpatizzanti e iscritti a Rete Rose Rosse Campania che la sottoscritta Elvira Santaniello, dopo aver espresso pareri diversi rispetto a quelli di chi gestisce gli account Facebook di Nuova San Giorgio (come già affermato nel post precedente, si è vista:

1) cancellare i suddetti post dalla pagina Facebook di Nuova San Giorgio;

2) impedire l'accesso alla suddetta pagina;

3) "accusata",sempre da chi gestisce gli account Facebook di Nuova San Giorgio (ma precedentemente tali accuse le erano state mosse anche da una persona che è attualmente stata individuata come uno dei responsabili del Laboratorio Civico Nuova San Giorgio)di non poter comprendere le dinamiche sociali e politiche della società sangiorgese in quanto "non nativa" e, sempre in quanto non nativa, considerata priva di una delle caratteristiche fondamentali per poter anche solo parlare della società sangiorgese, della sua storia e del suo percorso politico amministrativo, figuriamoci per poter anche solo lontanamente aspirare ad un ruolo politica a San Giorgio!!! Praticamente Nuova San Giorgio alla Lega Nord gli fa un baffo!!!

Comunque, indipendentemente da queste, che posso anche, molto garbatamente, considerare delle cadute di stile da parte dei componenti di questa ancora acerba compagine politica, la considerazione che mi preme fare è che senza dubbio siamo di fronte ad una aggregazione che nasce esclusivamente come calamita di voti per le prossime amministrative ed ha le stesse identiche caratteristiche e modalità di acquisizione del consenso di "quegli altri" che si propongono di contrastare.

A tale proposito, e per approfondire il mio pensiero, consiglio agli amici sangiorgesi, ai simpatizzanti, amicie ed iscritti di Rete Rose Rosse Campania, di rileggere il post precedente in cui il mio pensiero si esprime forte e chiaro.