
Rete Rose Rosse Camopania si schiera a fianco del Comitato NoTurbogas!

La sottoscritta Elvira Santaniello, genitore di due bambini che frequentano la Scuola Elementare San Giacomo nonché Responsabile per la Campania della Rete delle Rose Rosse e Responsabile del Presidio di Legalità e Giustizia della Rete delle Rose Rosse di San Giorgio del Sannio, 
I Carabieri hanno accertato che, oltre all'assenza dei tagliandi di assicurazione, su alcuni autobus che effettuavano corse tra Benevento e i paesi della provincia non vi era corrispondenza tra le targhe e il numero dei telai, fatto gravissimo che ha portato alla denuncia in stato di libertà per l'amministratore della scoietà.
Durante una normale operazione di controllo nel Terminal Bus della città, i Carabinieri di Benevento hanno rinvenuto autobus di linea da Benevento per Pietrelcina senza assicurazione.
La tassa - spiega ancora Baranes - potrebbe essere applicata inizialmente alle operazioni più altamente speculative, come quelle degli hedge funds o quelle su titoli derivati che sono state all'origine della crisi finanziaria del 2008-2009 e di cui tutti stiamo ancora pagando le conseguenze nel Nord e ancora di più nel Sud del mondo. Auspichiamo davvero che il Governo Italiano approfondisca la questione e sostenga con forza la proposta avanzata da Francia e Spagna al summit di New York».
Il Giudice per le Indagini Preliminari di Benevento, Maria di Carlo, relativamente all'inchiesta sulla costruzione e apertura nell’ottobre 2006 del centro commerciale I Sanniti, non ha accolto la richiesta di arresto per Zamparini nonchè la richiesta di arresto dell’assessore del comune di Benevento, Aldo Damiano ed altri provvedimenti restrittivi a carico di funzionari comunali, tecnici e collaboratori di Zamparini.Il Pm che ha svolto le indagini, Antonio Clemente, aveva anche iscritto al registro degli indagati i coniugi Mastella.
Numerose sono state le lamentele degli acquirenti che si erano accostati all'iniziativa del Farmers Market con tanta buona volontà e speranza ma che hanno dovuto ricredersi.Vi ringrazio per la solidarietà. Vi invito a firmare e a invitare a firmare l'appello lanciato da Micromega
Continuiamo nella nostra battaglia.
Un abbraccio
Salvatore Rizzuto Adelfio
mi chiamo Elvira Santaniello e sono Responsabile del Movimento Rete Rose Rosse Campania, Presidio di Legalità e Giustizia di San Giorgio del Sannio (Bn).
Si tratterebbe di un sistema di pagamento senza barriere (genericamente chiamato “free flow”) che, stando alle possibili ipotesi, potrebbe essere un sistema come quello del telepass oppure uno con telecamere che rilevino la presenza sulle auto di bollini prepagati sul modello delle autostrade svizzere.
La Rete delle Rose Rosse Campania, considerando che l'introduzione di tale pedaggio su un raccordo che, pur essendo considerato tale dal punto di vista burocratico e legislativo, non ha le caratteristiche tecniche di raccordo autostradale, determinerebbe un grave danno economico ai tanti pendolari e alle tante piccole aziende che utilizzano questa tratta più volte al giorno, e considerando che la Statale 7 Appia non è in grado di supportare un aumento di traffico, essendo essa l'unico percorso alternativo per evitare il pagamento del pedaggio, chiede a tutti gli organi rappresentativi locali di intervenire in maniera bipartisan presso gli organi competenti dell’ANAS affinchè si provveda a riconsiderare l'attuabilità del provvedimento preso.
Qui di seguito la nota di Rete Rose Rosse Campania relativa a Monumento al Gurriero Sannita collocato dall'Amministrazione Comunale all'ingresso di San Giorgio del SannioLa lettura dei molteplici interventi sulla stampa relativi alla statua del Guerriero Sannita (dalle parole del sindaco durante l’inaugurazione, alle successive prese di posizione di una parte della minoranza prima e del consigliere Di Biase poi, di Don Maurizio Sperandeo, parroco della Chiesa di San Giorgio Martire, e di Lorenzo Lommano leader della Lega Sannita) mi impone di rendere noto, come Responsabile Campania Rete Rose Rosse nonché appassionata cultrice della storia antica e dell’archeologia, il mio totale dissenso alla collocazione della statua e di fare alcune considerazioni di carattere storico, sociale e politico.
La prima considerazione è relativa all’epigrafe posta sul basamento della statua: “A rammentare la civiltà di un popolo fiero e combattivo eroicamente proteso a costruire la propria dignità e a lottare per la libertà rievocandone gesta, splendori e tradizioni, con l'anelito verso un futuro sempre più rasserenante e armonioso a futura memoria il Sindaco e l'Amministrazione comunale posero.”
Per sfortuna del sindaco e dell’Amministrazione comunale, le mie competenze storico – artistico – archeologiche (sono laureata in lettere classiche con indirizzo archeologico e per anni mi sono occupata di beni culturali) mi inducono ad affermare che il suddetto testo è difficilmente condivisibile.
Infatti, la caratteristica che salta più all’occhio nell’assetto sociale, politico ed economico dei Sanniti, prima della fierezza e della combattività, è il grande senso della comunità e della democrazia.
Nella società sannita non esistevano i grandi ricchi da un lato e i poveri dall’altro, vi era, al contrario, la cultura della suddivisione dei beni: le ricchezze dei possidenti venivano ripartite tra tutta la popolazione, e tutto ciò ha indotto gli storici ad indicare il senso della comunità, al di là degli individualismi dei singoli, come caratteristica fondamentale della popolazione sannita. A ciò si deve aggiungere l’assenza nella società sannita degli schiavi e l’assoluta libertà dei singoli di parlare apertamente di ogni problematica della comunità con i propri capi durante le assemblee.
Lo stesso guerriero sannita, soggetto del monumento in questione, deve essere inteso con caratteristiche diverse da quelle indicate dall’epigrafe, o, meglio, non può essere totalmente e assolutamente identificato con le caratteristiche espresse dall’epigrafe.
Mi spiego: i combattimenti che i sanniti erano soliti fare durante feste e i banchetti oppure durante celebrazioni commemorative di persone importanti per la comunità, erano in origine solo giochi di combattimento e si concludevano, solitamente, con la messa a terra dell’avversario e la premiazione con un cinturone, similmente a come si fa oggi nel pugilato.
Solo dopo l’incontro – scontro con i Romani il grande senso della comunità e dell’unità, il grande senso dei valori familiari e religiosi dei sanniti si arricchì dell’aspetto della forza militarmente intesa e si creò la Lega sannitica, ovvero una forma di difesa stabile contro le minacce militari esterne.
Con questo intendo dire che l’aspetto della combattività volta a costruire la propria dignità e l’aspetto dell’eroismo sono caratteristiche sicuramente non accessorie ma che emergono nell’animo dei sanniti solo nel momento in cui si verifica la minaccia esterna di Roma alla loro unità di popolo e alla loro democrazia interna.
Mi sembra chiaro e palese, quindi, che queste caratteristiche di eroismo e di combattività possano essere state utilizzate strumentalmente dall’amministrazione comunale di San Giorgio del Sannio per celebrare la fine della consiliatura e per conservare nel tempo, con un segno esteriore e non con un’amministrazione che ha lasciato il segno, il decennio di governo cittadino.
E questa strumentalizzazione è palese ancora di più se consideriamo che l’inaugurazione del monumento si è svolta durante quella che viene definita come una manifestazione storica di San Giorgio, la Festa dello sport, giunta alla decima edizione come dieci sono gli anni dell’amministrazione Nardone, alla presenza dei alcuni membri dell’Associazione “San Giorgio e i suoi comuni”, guarda caso invitati a San Giorgio del Sannio proprio in quei giorni per celebrare la loro assemblea.
Che il Sindaco si riconosca personalmente in questo ardimentoso guerriero sannita?
Può darsi, visto anche che, se non ricordo male, a suo dire per radicare l’attaccamento al territorio e l’amore per il proprio paese, qualche anno fa aveva anche introdotto un contributo comunale a tutti i genitori che avrebbero chiamato Giorgio uno dei propri figli e che aveva introdotto un esempio della cosiddetta finanza creativa consentendo, dietro pagamento di una somma anche ingente, ai cittadini che lo volessero, di mettere il proprio nome o quello di un proprio congiunto ad una strada del paese!!!
Peccato, però, che per incarnare veramente lo spirito del popolo sannita sembrano essere in lui piuttosto carenti alcune caratteristiche come ad es. l’attenzione alle politiche della famiglia (con riferimento particolare agli anziani che in tutte le comunità antiche hanno sempre avuto un ruolo importantissimo mentre verifichiamo quotidianamente che a San Giorgio vengono molto scarsamente assistiti), alla democrazia partecipata (ricordiamo che i consigli comunali si tengono tutti al mattino, proprio quando la maggior parte dei cittadini è impossibilitata a partecipare per motivi di studio o di lavoro), all’assistenza alle categorie meno abbienti (che a causa della crisi aumentano sempre più di numero ma a San Giorgio sono considerati problemi accessori rispetto all’approvazione del PUC ad es, alla Notte Bianca costata decine e decine di migliaia di euro o alla collocazione Monumento stesso al Guerriero Sannita, che sicuramente non è avvenuta a costo zero).
Per concludere, mi pare di poter dire, e senza tema di smentita, che il Monumento, al di là dell’epigrafe e al di là della necessità, ipotizzata dal leader della Lega Sannita, di migliaia e migliaia di cittadini sanniti di riappropriarsi del proprio territorio tornando a diventarne i padroni, possa essere definito solo ed esclusivamente come un allegoria autocelebrativa della consiliatura che ormai sta finendo, un simbolo che, peraltro, ha anche, secondo me, uno scarso valore stilistico ed artistico, rispetto ad es. al bellissimo Guerriero Sannita di Guastalla che troneggia nella piazza principale di Pietrabbondante (Is).
Auspico, nell’interesse vero della cittadinanza, che dalle urne della prossima primavera possa uscire un sindaco con una sensibilità così spiccata da decidere di rimuoverlo e magari anche di donarlo al suo predecessore come arredo da giardino.
Va dato atto all'Amministrazione comunale - scrive - del positivo gesto, alla realizzazione di un importante opera che rappresenta la nostra storia e le nostre radici."Le scrivo in merito alla notizia apparsa su diverse testate on line e locali relativa all’ Istituto comprensivo Raffaele Viviani di San Marco Evangelista che è tra le poche scuole in Campania ad avere tutta la documentazione sulla sicurezza pienamente in regola.
La Rete delle Rose Rosse, che rappresento per la Campania e che, nell’ambito della sua attività di monitoraggio in tutta la regione, ama segnalare non solo il mancato rispetto delle leggi ma anche e soprattutto le buone pratiche da parte delle amministrazioni locali, plaude a questa ottima notizia che una volta tanto giunge da una regione così problematica in tutti i settori e rivolge a Lei e all’Amministrazione Comunale di S. Marco Evangelista un encomio per il lavoro svolto ed un invito a proseguire nella strada della legalità e della trasparenza, valori che la Rete delle Rose Rosse ha come principi ispiratori e che considera come uniche solide basi su cui programmare e realizzare lo sviluppo reale e concreto dei nostri territori.
Mi auguro di rimanere in contatto diretto con la sua Amministrazione e di poter, eventualmente, continuare a confrontarmi con essa in particolare sulle tematiche relative al rispetto delle regole e alla crescita del territorio".
<---Questa è la richiesta di chiarimenti da parte della Rete Rose Rosse
i partecipanti al tavolo della discussione sembrano essere i protagonisti anche di quella che potrebbe essere una futura alleanza che si batterà in primavera per strappare la poltrona del sindaco della città capoluogo al centrosinistra.
Lanciavano sassi di oltre un chilo da un cavalcavia: tre minorenni, tra i 12 e i 15 anni, sono stati fermati ed identificati dai carabinieri.