venerdì 1 ottobre 2010

Il Movimento Politico Molisano "Guerriero Sannita" concorde con Rete Rose Rosse: la democrazia viene prima della combattività!

La Rete delle Rose Rosse continua a ricevere consensi al di là del Sannio e della Campania!!!

Qui di seguito la nota di Rete Rose Rosse Campania relativa a Monumento al Gurriero Sannita collocato dall'Amministrazione Comunale all'ingresso di San Giorgio del Sannio
La lettura dei molteplici interventi sulla stampa relativi alla statua del Guerriero Sannita (dalle parole del sindaco durante l’inaugurazione, alle successive prese di posizione di una parte della minoranza prima e del consigliere Di Biase poi, di Don Maurizio Sperandeo, parroco della Chiesa di San Giorgio Martire, e di Lorenzo Lommano leader della Lega Sannita) mi impone di rendere noto, come Responsabile Campania Rete Rose Rosse nonché appassionata cultrice della storia antica e dell’archeologia, il mio totale dissenso alla collocazione della statua e di fare alcune considerazioni di carattere storico, sociale e politico.

La prima considerazione è relativa all’epigrafe posta sul basamento della statua: “A rammentare la civiltà di un popolo fiero e combattivo eroicamente proteso a costruire la propria dignità e a lottare per la libertà rievocandone gesta, splendori e tradizioni, con l'anelito verso un futuro sempre più rasserenante e armonioso a futura memoria il Sindaco e l'Amministrazione comunale posero.”

Per sfortuna del sindaco e dell’Amministrazione comunale, le mie competenze storico – artistico – archeologiche (sono laureata in lettere classiche con indirizzo archeologico e per anni mi sono occupata di beni culturali) mi inducono ad affermare che il suddetto testo è difficilmente condivisibile.

Infatti, la caratteristica che salta più all’occhio nell’assetto sociale, politico ed economico dei Sanniti, prima della fierezza e della combattività, è il grande senso della comunità e della democrazia.

Nella società sannita non esistevano i grandi ricchi da un lato e i poveri dall’altro, vi era, al contrario, la cultura della suddivisione dei beni: le ricchezze dei possidenti venivano ripartite tra tutta la popolazione, e tutto ciò ha indotto gli storici ad indicare il senso della comunità, al di là degli individualismi dei singoli, come caratteristica fondamentale della popolazione sannita. A ciò si deve aggiungere l’assenza nella società sannita degli schiavi e l’assoluta libertà dei singoli di parlare apertamente di ogni problematica della comunità con i propri capi durante le assemblee.

Lo stesso guerriero sannita, soggetto del monumento in questione, deve essere inteso con caratteristiche diverse da quelle indicate dall’epigrafe, o, meglio, non può essere totalmente e assolutamente identificato con le caratteristiche espresse dall’epigrafe.

Mi spiego: i combattimenti che i sanniti erano soliti fare durante feste e i banchetti oppure durante celebrazioni commemorative di persone importanti per la comunità, erano in origine solo giochi di combattimento e si concludevano, solitamente, con la messa a terra dell’avversario e la premiazione con un cinturone, similmente a come si fa oggi nel pugilato.

Solo dopo l’incontro – scontro con i Romani il grande senso della comunità e dell’unità, il grande senso dei valori familiari e religiosi dei sanniti si arricchì dell’aspetto della forza militarmente intesa e si creò la Lega sannitica, ovvero una forma di difesa stabile contro le minacce militari esterne.

Con questo intendo dire che l’aspetto della combattività volta a costruire la propria dignità e l’aspetto dell’eroismo sono caratteristiche sicuramente non accessorie ma che emergono nell’animo dei sanniti solo nel momento in cui si verifica la minaccia esterna di Roma alla loro unità di popolo e alla loro democrazia interna.

Mi sembra chiaro e palese, quindi, che queste caratteristiche di eroismo e di combattività possano essere state utilizzate strumentalmente dall’amministrazione comunale di San Giorgio del Sannio per celebrare la fine della consiliatura e per conservare nel tempo, con un segno esteriore e non con un’amministrazione che ha lasciato il segno, il decennio di governo cittadino.

E questa strumentalizzazione è palese ancora di più se consideriamo che l’inaugurazione del monumento si è svolta durante quella che viene definita come una manifestazione storica di San Giorgio, la Festa dello sport, giunta alla decima edizione come dieci sono gli anni dell’amministrazione Nardone, alla presenza dei alcuni membri dell’Associazione “San Giorgio e i suoi comuni”, guarda caso invitati a San Giorgio del Sannio proprio in quei giorni per celebrare la loro assemblea.

Che il Sindaco si riconosca personalmente in questo ardimentoso guerriero sannita?

Può darsi, visto anche che, se non ricordo male, a suo dire per radicare l’attaccamento al territorio e l’amore per il proprio paese, qualche anno fa aveva anche introdotto un contributo comunale a tutti i genitori che avrebbero chiamato Giorgio uno dei propri figli e che aveva introdotto un esempio della cosiddetta finanza creativa consentendo, dietro pagamento di una somma anche ingente, ai cittadini che lo volessero, di mettere il proprio nome o quello di un proprio congiunto ad una strada del paese!!!

Peccato, però, che per incarnare veramente lo spirito del popolo sannita sembrano essere in lui piuttosto carenti alcune caratteristiche come ad es. l’attenzione alle politiche della famiglia (con riferimento particolare agli anziani che in tutte le comunità antiche hanno sempre avuto un ruolo importantissimo mentre verifichiamo quotidianamente che a San Giorgio vengono molto scarsamente assistiti), alla democrazia partecipata (ricordiamo che i consigli comunali si tengono tutti al mattino, proprio quando la maggior parte dei cittadini è impossibilitata a partecipare per motivi di studio o di lavoro), all’assistenza alle categorie meno abbienti (che a causa della crisi aumentano sempre più di numero ma a San Giorgio sono considerati problemi accessori rispetto all’approvazione del PUC ad es, alla Notte Bianca costata decine e decine di migliaia di euro o alla collocazione Monumento stesso al Guerriero Sannita, che sicuramente non è avvenuta a costo zero).

Per concludere, mi pare di poter dire, e senza tema di smentita, che il Monumento, al di là dell’epigrafe e al di là della necessità, ipotizzata dal leader della Lega Sannita, di migliaia e migliaia di cittadini sanniti di riappropriarsi del proprio territorio tornando a diventarne i padroni, possa essere definito solo ed esclusivamente come un allegoria autocelebrativa della consiliatura che ormai sta finendo, un simbolo che, peraltro, ha anche, secondo me, uno scarso valore stilistico ed artistico, rispetto ad es. al bellissimo Guerriero Sannita di Guastalla che troneggia nella piazza principale di Pietrabbondante (Is).

Auspico, nell’interesse vero della cittadinanza, che dalle urne della prossima primavera possa uscire un sindaco con una sensibilità così spiccata da decidere di rimuoverlo e magari anche di donarlo al suo predecessore come arredo da giardino.


Questa, invece, la nota inviata mi da Giovanni Muccio, presidente regionale del "Guerriero Sannita", un Movimento politico molisano che porta lo stesso nome della scultura

Va dato atto all'Amministrazione comunale - scrive - del positivo gesto, alla realizzazione di un importante opera che rappresenta la nostra storia e le nostre radici.
In verità, il Movimento Politico del Guerriero Sannita, per quanto concerne l'epigrafe, si trova d'accordo con quanto detto da Elvira Santaniello.
Infatti, la caratteristica che salta più all'occhio nell'assetto sociale, politico ed economico dei Sanniti, prima della fierezza e della combattività, è il grande senso della comunità e della democrazia.
Ora, non voglio riportare per intero ciò che Santaniello ha brillantemente disquisito in merito e che trova il Movimento Politico del Guerriero Sannita sulle stesse posizioni, il nostro intervento è rivolto al sindaco affinché intervenga rivedendo eventualmente a riformulare, con termini più appropriati, l'epigrafe al Monumento, tenendo in debita considerazione l'intervento della Santaniello".

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