Giovedì, durante l’assemblea dei genitori, insieme anche al Sindaco, alla Dirigente Scolastica e alla Responsabile del Plesso, per chiarire la vicenda delle infiltrazioni d’acqua dal tetto della Scuola Elementare San Giacomo di San Martino Sannita ho avuto la testimonianza diretta della veridicità della teoria di un grande, forse il più grande, teorico della comunicazione, Noam Chomsky, la teoria della “strategia delle distrazione”.
La “strategia della distrazione” è il primo dei dieci principi individuati da Chomsky nei suoi studi relativi alle metodologie usate dalle grandi lobbies (politici, imprenditori, pubblicitari, etc) per il controllo e la manipolazione dell'opinione pubblica.
Tale strategia è definita da Chomsky come l’elemento primordiale del controllo sociale e consiste nel deviare l’attenzione delle persone dai problemi importanti dando loro continue distrazioni e informazioni insignificanti.
Il punto principale di questa strategia, quindi, è mantenere la gente occupata, senza nessun tempo per pensare.
Detto questo, mi corre l’obbligo di raccontare brevissimamente cosa è successo:
il primo intervento, quello della Dirigente scolastica, dopo una breve parentesi sul rapporto di fiducia che deve esserci sempre tra Scuola e famiglie, ha confermato che il soffitto di un’aula ha delle perdite e presenta macchie di umidità, che è stato fatto un primo intervento d’urgenza da parte di alcuni operai del Comune ma che, il giorno dopo, le infiltrazioni si erano presentate anche in un’altra aula.
Il secondo intervento, quello del Responsabile Prevenzione e Sicurezza della Scuola ha dato esclusivamente informazioni relative al Decreto 81 del 9 aprile del 2008 che è la legge cui fare riferimento per l’argomento sicurezza nelle scuole.
Il terzo intervento, quello del Sindaco, ci ha fornito informazioni sulla stabilità e staticità della scuola e sulla sua resistenza ai sismi nella prima parte, per incentrarsi, poi, solo ed esclusivamente su una persona che con lettere, articoli di stampa e volantini distribuiti ai genitori avrebbe fatto allarmare la popolazione.
Dal momento che l’unica persona che aveva scritto lettere e un articolo sulla stampa nonché distribuito un volantino informativo ai genitori, sono io, ho ritenuto opportuno intervenire affermando a gran voce che io non avevo mai parlato di pericoli imminenti bensì avevo solo chiesto informazioni, chiarimenti e verifiche sulle condizioni del tetto, dal momento che già l’anno scorso si era presentata la stessa problematica.
Da lì ha preso vita il “dagli all’untore” e sono volate parole di accusa nei miei confronti per aver fortemente intimorito le persone.
L’incontro si è concluso di lì a poco, con un appuntamento di massima per la prossima settimana per verificare se nella scuola ci piove ancora oppure no.
Ora, dopo due giorni e a mente fredda, mi viene spontaneo chiedermi: ma non ci eravamo riuniti per capire se nella scuola c’erano veramente delle infiltrazioni, se è legittimo che i bambini continuino a far lezioni in ambienti umidi, quali provvedimenti è necessario prendere per ovviare a questa situazione e soprattutto chi li debba prendere?
A tutte queste domande non è stata data risposta.
La strategia della distrazione, evidentemente, colpisce ancora!!!
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