lunedì 25 aprile 2011

...ahimè, a San Giorgio vige ancora il familismo feudale...E' TEMPO DI LIBERARLA!

Oggi, come già un anno fa, l’Amministrazione Comunale di San Giorgio del Sannio ha deciso di non celebrare il 25 aprile, la Festa della Liberazione.

Questa scelta, che assolutamente non condividiamo, però, ci consente di fare una profonda riflessione politica: San Giorgio non celebra il 25 aprile e scientemente non può celebrarlo perché ancora non è stata liberata, San Giorgio non può festeggiare la liberazione perché ancora è succube di una cappa ombrosa attraverso la quale non riesce a scorgere nuove prospettive e un più florido futuro.

Ecco, allora, che diventa fondamentale ai fini di queste nuove conquiste di libertà il popolo, la comunità dei sangiorgesi, che, singolarmente e come unità popolare, hanno un ruolo fondamentale nella liberazione del proprio territorio.

Diventano e, con cognizione di causa, i partigiani del nuovo millennio e possono contribuire fattivamente alla reale liberazione della propria terra dai familismi, dai favoritismi, dalle clientele, dalle catene e dai legacci che per decenni l’hanno tenuta imprigionata!

A questo proposito, e come modello ed esempio per tutti quegli uomini e donne che hanno a cuore la concreta e reale emancipazione di San Giorgio del Sannio, Rete Rose Rosse Campania invita tutti i cittadini al ricordo della staffetta Gabriella, quella giovane Tina Anselmi che, con la sua bicicletta, portava notizie e materiali ai partigiani nascosti nelle campagne.

La partigiana Gabriella ha contribuito in prima persona al raggiungimento della libertà a partire dal Veneto ed ha sempre sostenuto, insieme a tanti illustri storici, che le donne sono state fondamentali per la Resistenza, dichiarando sempre e convintamente che la qualità della politica sarebbe migliore il giorno in cui ci fossero più donne, accanto agli uomini, a gestire i problemi del paese.

E lei stessa nel suo lungo percorso politico istituzionale ha contribuito a produrre il terreno fertile per la nostra carta costituzionale e per il voto alle donne del 1946 fino ad arrivare a quel suo progetto (L.833/78 ) da cui, poi, è nato il Servizio Sanitario Nazionale, che all’epoca fu una vera e propria rivoluzione.

Le donne di quella generazione hanno compiuto in massa il primo atto di una
grande battaglia ideale, politica, sociale. Il secondo atto, ora, tocca soprattutto alle
giovani, alle ragazze di oggi che insieme ed accanto agli uomini, devono impegnarsi per liberare ancora e ancora una volta, la propria terra.

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