mercoledì 23 marzo 2011

Fatta la legge, trovato l'inganno: a Napoli è boom di sacchetti finto-biodegradabile...ma anche a Benevento!!!

Al mercato con il sacchetto ecologico. Forse. A Napoli, infatti, c’è chi ha già messo in circolazione la busta finto-biodegradabile, simile a quella realizzata con i derivati del mais o di altri prodotti naturali, ma non altrettanto innocua per l’ambiente. La trovi subito nei negozi alle spalle della stazione centrale dove soprattutto i commercianti cinesi ne stanno facendo incetta: costano, infatti, molto meno di quelle che rispondono alle norme italiane ed europee.

Sono buste che portano la scritta «riciclabile» che, ovviamente, non vuol affatto dire che si tratti, come prevede la norma, di un materiale che si dissolve in un arco di tempo ben determinato e sono, quindi, certamente fuori norma. Cionostante sono molto diffuse perché costano molto di meno di quelle «doc»: settecento pezzi a norma hanno un prezzo che oscilla intorno ai 12 euro, lo stesso numero di pezzi «farlocchi» oscilla intorno agli 8 euro.

E basta fare un giro tra le bancarelle e i negozietti dei mercati per rendersi conto che proprio per questo sono molto diffuse. Del resto la legge prevede che possano essere utilizzate fino a giugno anche se non possono essere commercializzate: chi fa la spesa, insomma, non deve pagarla. Ma non tutti si sono allineati alle nuove norme: a Benevento i Noe hanno sequestrato degli shopper «sospetti», li hanno fatte analizzare dall’Arpac e si sono così accorti che non rispondevano ai requisiti imposti dalla legge.
Ma in giro ci sono anche molti sacchetti biodegradabili, ma non compostabili. Le buste sono diventate ormai una specie di formulario legislativo: ci sono quelle Oxo biodegradabili, sulle quali è stampata la scritta «a norma con la direttiva 94/62 Ce», e quelle che utilizzano la tecnologia Ecm, sulle quali c’è il riferimento alla legge del ’92. Tutte al momento sono «legali», ma il loro destino è incerto. Si tratta di prodotti che non sono vietati dalla legge, ma non sono per così dire consigliati. La norma in vigore si riferisce, infatti, genericamente ai prodotti biodegradabili. La definizione di biodegradabilità va rintracciata in una legge di qualche anno fa che non ne specificava, però, le caratteristiche, ma la più recente legislazione europea ammette solo i prodotti naturali. Per evitare confusioni il ministero per l’ambiente sta valutando l’ipotesi di una nuova norma che chiarisca quali sono i prodotti «buoni» e quali sono quelli «cattivi». Intanto Legambiente ha presentato un ricorso all’autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e lo ha vinto: gli shopper di plastica tradizionale che sono stati modificati con l’aggiunta di additivi chimici non posso essere pubblicizzati e venduti come biodegradabili e compostabili. Ma la sentenza non ha certamente limitato la diffusione delle buste ecologiche a metà che a Napoli vanno per la maggiore.

Diverso è il discorso per gli shopper utilizzati per la raccolta differenziata. In questo caso non ci sono dubbi: la frazione umida può essere raccolta solo in sacchetti compostabili. Tanto che l’Asia ha escluso dalla gara per le buste da distribuire nel porta a porta tutti i prodotti semplicemente biodegradabili.

E chi volesse provvedere in proprio deve stare attento a comprare solo sacchetti con la scritta «compostabile» altrimenti rischia di mandare a monte l’intera operazione...

Fonte Il Mattino del 02 marzo 2011

<---Sacchetto OXO-BIODEGRADABILE ORIGINALE

Sacchetto OXO-BIODEGRADABILE FALSO --->

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